Una nuova piattaforma contro la corruzione che permette a un gruppo di giornalisti di raccogliere segnalazioni anonime che riguardano casi di corruzione su Expo: un affare da undici miliardi di euro
di Lorenzo Bagnoli
@Lorenzo_Bagnoli
27 giugno 2014 – Mattina dell’8 maggio: Milano si sveglia nel mezzo di un incubo ricorrente, che dura da 20 anni. Si chiama Tangentopoli. Squassa quanto l’improvvisa scoperta che i più qualunquisti chiacchiericci da bar, ancora una volta, corrispondono a realtà. È il vento della corruzione, la bora di Milano, che spira forte quando ci sono grandi affari all’ombra della Madonnina. In questo caso l’affare si chiama Expo: un evento che vale 11 miliardi di investimento complessivo.
Il gip di Milano Fabio Antezza spicca sette ordinanze di custodia cautelare: in cella finiscono tra gli altri Angelo Paris, il direttore pianificazione e acquisti di Expo spa, Luigi Grillo, ex parlamentare di Forza Italia e Primo Greganti, famoso come il “Compagno G”, una vecchia conoscenza delle aule giudiziarie milanesi. Uno specialista della mazzetta: Greganti fu arrestato il 1 marzo del 1993 con l’accusa di aver ricevuto per conto del partito una tangente di 621 milioni di lire, fra il 1990 e il 1992, dal gruppo Ferruzzi. Ci sono poi l’intermediario Sergio Catozzo, l’imprenditore Enrico Maltauro, a cui sono stati concessi i domiciliari anche perché ha dato informazioni riguardo la cupola spartisci-appalti di cui era a conoscenza. E dulcis in fundo, agli arresti è finito anche Antonio Rognoni, ex direttore generale di Infrastrutture Lombarde, una società controllata da Regione Lombardia.
Il giorno dopo, il commissario unico di Expo spa Giuseppe Sala ha il volto contrito, le occhiaie scavate. Si vocifera di possibili dimissioni. Expo si palesa in tutte le sue contraddizioni, la classe dirigente italiana mostra ancora una volta la sua incurabile impreparazione. Solo che oggi il mondo ha visto Wikileaks, ha visto la nascita di strumenti capaci di sbugiardare i poteri via internet. Come Expoleaks.
Expoleaks è una piattaforma online che permette ad un gruppo di giornalisti di IRPI- Investigative reporting project Italy di raccogliere segnalazioni anonime che riguardano casi di corruzione su Expo. Lo strumento è stato realizzato da Hermes, un centro per la difesa dei diritti umani in rete. Gli whistleblower, i segnalatori anonimi, possono condividere le informazioni utilizzando un browser Tor e delle altre precauzioni che li rendono impossibili da identificare. “Riparte il futuro”, la campagna di Libera contro la corruzione, chiede a livello europeo una legge per tutelare queste figure, che piano piano stanno prendendo piede anche in Italia, ma che provengono dalla tradizione anglosassone.
L’obiettivo è reagire a quanto sta succedendo. Denunciare quello che si conosce, senza correre il rischio di pagare le conseguenze della propria onestà. Expoleaks per vivere ha bisogno di cittadini attivi e attenti. I curatori della piattaforma hanno lanciato una campagna di crowdfunding su Kriticalmass. Il traguardo da tagliare sono i 10 mila euro, soldi che saranno necessari alla fase di lancio del progetto, che durerà 24 mesi. Per ogni tipologia di donatore, Kriticalmass ha individuato un animale: dal T-rex con le braccine corte che non si concede più di un euro, fino al leone dell’anticorruzione che per Expoleaks spende 500 euro.
Expoleaks in una settimana di vita ha raccolto più di 1.000 euro, sfondando il muro del 10% della raccolta. C’è ancora tempo per raggiungere il target. Per dare voce agli anonimi che hanno a cuore l’anticorruzione.
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