Pousse Pousse

Un medico italiano si prende cura degli uomini-risciò ad Antsirabe in Madagascar

[author] [author_image timthumb=’on’]https://www.qcodemag.it/wp-content/uploads/2014/05/foto.jpg[/author_image] [author_info]foto, video e testo di Tano Siracusa. Fotografa dagli anni ’80. Ha collaborato con numerose testate ed è stato direttore della periodico Fuorivista. Attualmente è coordinatore di redazione di Gente di Fotografia. Ha realizzato numerose mostre in Italia e all’estero. www.tanosiracusa.it[/author_info] [/author]

9 luglio 2014 – I pousse pousse sono gli uomini-risciò che ad Antsirabe in Madagascar portano i giro i clienti tirando il loro taxi ad energia umana. Sono a piedi infatti, e i piedi sono spesso nudi perché un paio di scarpe costa troppo, come il risciò che affittano ogni giorno. In media guadagnano l’equivalente di uno o due euro al giorno.

Le loro famiglie sono molto numerose e le abitazioni sono spesso delle casupole nelle zone più povere della città, dove non ci sono fogne e le strade sono in terra battuta. In una di queste abitazioni, cui si accedeva attraverso la finestra con una scaletta malferma, c’era solo un letto dove dormivano i genitori e gli otto figli. Che naturalmente passano il giorno intero per strada, crescono sulla strada.

 

 

Il dottor Aldo Lo Curto si reca da molti anni periodicamente ad Antsirabe dove assiste alcune famiglie di pousse pousse. Le patologie più diffuse sono legate alla professione, al lavoro logorante, al contesto igienico e all’abuso di alcol.

Porta medicinali, finanzia con le donazioni ricevute in Europa qualche piccolo progetto, visita le famiglie dei pousse pousse. Negli anni si è consolidata una piccola rete di collaboratori malgasci, che assieme a qualche volontario italiano lo affiancano durante il suo soggiorno di una settimana.

Se sbaglio, preferisco sbagliare da solo, dice il dottore, che da più di trenta anni alterna la sua professione di medico di base in Lombardia con il suo volontariato individuale nei vari continenti.

 

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