Raccontando delle persone, delle vite, delle giornate di quelli che la guerra la pagano
di Q Code mag
@QcodeM
18 luglio 2014 – L’ennesima punizione collettiva alla quale viene sottoposta la popolazione civile di Gaza, come tutte le altre, non porterà a nessun risultato. Sempre che il risultato non sia quello di nuovi lutti, di nuove distruzioni, di un odio che non potrà che crescere, ingrossando le fila di coloro che non hanno più alcuna fiducia in una soluzione giusta del conflitto.
Il governo israeliano, attraverso il suo esercito, ancora una volta scatena una pioggia di fuoco in risposta al lancio di razzi di qualche gruppo, come se ne fossero responsabili i civili di tutta la Striscia di Gaza. Che dieci anni fa, mentre festeggiavano la fine di un’occupazione, si sono resi conto di essere finiti reclusi in una prigione a cielo aperto. Cielo dal quale, a cicli alterni, piovono bombe.
Questa raccolta di pensieri (in quindici righe) vuole essere un racconto ‘altro’ di Gaza, reso da coloro che hanno avuto per i motivi più diversi la fortuna di incontrare l’umanità di Gaza, quella che non viene mai raccontata, da media che si ricordano di Gaza solo quando c’è un attacco, come se la vita a Gaza non fosse un inferno quotidiano. Ma anche nell’inferno la vita esiste e resiste, sempre, ogni giorno. Ed è questa resistenza di umanità che questa raccolta di voci vuole raccontare.
Perché a un popolo si può togliere la libertà, ma non gli si può togliere l’umanità.
Se siete mai stati a Gaza, mandateci le vostre quindici righe all’indirizzo: redazione@qcodemag.it
Valentina Gallo, Music for Peace – Creativi della notte
Basta con interpretazioni politiche, economiche, strategiche. E’ necessario adesso come non mai soffermarci sulla tragedia umana, soffermarci su cosa un cuore e una cervello provano.
Forse è inusuale riferirsi alla Striscia di Gaza valutando sentimenti e situazioni. Non ci crederete ma i gazawi, e proprio tutti dal primo all’ultimo, sono persone come noi e non carne da macello. Vi è bisogno di un’indignazione globale, di politici, potenti, avvocati, animalisti e vegani, cittadini qualunque, di mia madre, di mia nonna… non è possibile tacere alla privazione totale di Diritti Umani, non è possibile tacere davanti alla privazione della vita.
Occhi terrorizzati, polvere, sangue, fuoco, dolore, buio, paura, odio, lacrime, urla, strazio, morte, solitudine, ingiustizia. Questa è Gaza. Un prigione di dolore. Questa è Gaza. Occhi immobili in un corpicino senza più vita. Questa è Gaza. Vedere mio padre saltare in aria, mia madre con mio fratello sotto cumuli di macerie con terra e sabbia nel naso, nella bocca, negli occhi. Questa è Gaza. Corpi squarciati, corpi bruciati, corpi dilaniati. Questa è Gaza.
Non è ammissibile, non è più possibile ascoltare capi di governo che sputano solo parole. Gaza deve vivere, i bambini, le madri e i padri devono poter sorridere. E’ giunto il momento di poter guardare in faccia quel bambino che ha piedi nudi e vestiti sdruciti. E’ giunto il momento di poter guardare in faccia quel piccolo bambino e gridare insieme a lui PACE.
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