Boko Haram, nazisti del terzo millennio

Abubakar Shekau, il fanatico leader della sanguinaria setta nigeriana, ha fatto circolare un nuovo video attraverso il quale ha lanciato la proposta di un asse mondiale del terrore

[author] [author_image timthumb=’on’]http://www.buongiornoafrica.it/wp-content/uploads/2012/06/raffa01.jpg[/author_image] [author_info]di Raffaele Masto. @RAFFAELEMASTO. Faccio il giornalista e lavoro nella redazione esteri di Radio Popolare. Nei miei oltre venti anni di carriera ho fatto essenzialmente l’inviato. In Medio Oriente, in America Latina ma soprattutto in Africa, continente nel quale viaggio in continuazione e sul quale ho scritto diversi libri dei quali riferisco in altri spazi del blog www.buongiornoafrica.it. Insomma, l’Africa e gli africani, in questi venti anni, mi hanno dato da vivere: mi sono pagato un mutuo, le vacanze e tutto ciò che serve per una vita di tutto rispetto in un paese come l’Italia.[/author_info] [/author]

23 luglio 2014 – La notizia non ha fatto clamore. Personalmente ritengo avrebbe meritato di più perché è il segno che L’Africa tutta è al centro di manovre internazionali che la sottopongono a pressioni fortissime che produrranno un mutamento sensibile.
Sto parlando del fatto che nei giorni scorsi Abubakar Shekau, il fanatico leader della sanguinaria setta nigeriana Boko Haram, ha fatto circolare un nuovo video attraverso il quale ha lanciato la proposta di un asse mondiale del terrore. Abubakar Shekau nel video chiama per nome tutti i principali leader mondiali del terrorismo, li saluta con calore chiamandoli “fratelli miei” e invoca su di loro la benedizione di Dio: “Che Allah vi protegga”.

nigeria

I leader che Shekau cita sono il capo dei talebani afghani, il mullah Omar, il capo di Al Qaeda, Al Zawahiri, e quello iracheno dell’ISIS, Abu Bakr Al Baghdadi. Sempre nel video Shekau cita e rivendica alcuni dei sanguinosi attentati avvenuti nei mesi scorsi, come volesse ricordare ai leader che chiama “fratelli miei” il valore delle sue gesta, e naturalmente tra gli attacchi cita anche il clamoroso sequestro delle studentesse nigeriane rapite nella cittadina di Chibok mentre si apprestavano a fare un esame liceale.

Citando quest’ultima operazione, e parlando in inglese (dunque rivolgendosi al mondo intero), il leader di Boko Haram sfotte la campagna internazionale per la loro liberazione coniando un suo motto: “Bring Back Our Army”, alternativo a quello che personaggi famosi, donne come Michelle Obama, attivisti e politici del mondo intero hanno fatto circolare: “Bring Back Our Girls”. Shekau parla ridendo, sfottendo e alludendo, con il suo motto, alla liberazione dei suoi combattenti arrestati in Nigeria.

Fin qui è la notizia che, come detto, suscita le riflessioni e le osservazioni preoccupanti a cui accennavo. In primo luogo il fatto che Boko Haram, che per natura è una formazione locale, si apra al mondo del terrorismo.
Non lo aveva mai fatto. Anche la guerra in Mali che raccolse, nel nord di questo paese, combattenti di tutto il mondo, fu abbastanza disertata da Boko Haram. E’ vero che Boko Haram su questo fronte ha già prodotto una svolta dato che tra le sue fila sono arrivati diversi combattenti stranieri.
In secondo luogo il fatto che questo asse che Shekau propone probabilmente si farà dato che l’Africa è, mi sembra, un interesse oggettivo del terrorismo internazionale che sta facendo, in questo continente, investimenti molto impegnativi, si pensi a tutta la Costa Orientale, dalla Somalia alla Tanzania, battuta dagli attacchi di Al Shebab, oppure al già citato Mali dove la Francia ha dovuto lanciare l’ennesima offensiva militare al Nord.
Insomma l’Africa è al centro di grandi interessi che se non verranno contrastati efficacemente, sia sul piano militare che su quello economico e della democrazia, finirà per cadere sotto le influenze di un terrorismo religioso totalmente estraneo alle popolazioni del continente.

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