Eid Mubarak Gaza

Non ci saranno bambini vestiti a festa questa volta, che vanno nelle case di amici e parenti per scambiarsi gli auguri: perché i bambini sono in ospedale, le case non ci sono più

di Meri Calvelli*, da Gaza, tratto da Osservatorio Iraq

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29 luglio 2014 – “Non ci saranno bambini vestiti a festa questa volta, che vanno nelle case di amici e parenti per scambiarsi gli auguri: perché i bambini sono in ospedale, le case non ci sono più. E intere famiglie sono state sterminate”. Una nuova corrispondenza da Meri Calvelli nel giorno dell’Eid al-Fitr**.

Gaza, 28 Luglio 2014. 21° giorno dell’Operazione “Protective Edge”. Ci si sveglia con una calma apparente, il muezzin che annuncia la fine del mese del digiuno e l’inizio della “festa” dell’Eid.

Una festa sofferta, con un mese intero di privazioni e di guerra, di morte e di distruzione.

Non sarà un Eid come le altre; non ci saranno bambini vestiti a festa che vanno nelle case di amici e parenti, come da tradizione, ad augurare pace e serenità e a ricevere il dono; non ci saranno scambi di visite familiari tra le case e i villaggi.

Non ci sono più le case dove scambiarsi le visite e soprattutto non ci sono più intere famiglie per scambiarsi gli auguri.

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Molti bambini sono morti e feriti, parenti e amici sono scomparsi; il lutto pervade l’umore di questa festa.

Una buona parte di popolazione non ha più nemmeno gli occhi per piangere, non ha più niente dove appoggiare le proprie cose. Possono ritrovarsi, se sono fortunati, un materasso da appoggiare in qualche angolo riparato della città di Gaza.

Se sono fortunati riceveranno in regalo un pasto caldo per queste tre giornate dell’Eid, offerto senza dubbio dai vicini più fortunati.

Negli ospedali rimasti in azione le centinaia di vittime, soprattutto bambini, trascorreranno la festa tanto attesa costretti in un letto con ossigeno e medicazioni. Non la scorderanno mai più.

Intanto questa notte non ci sono stati raid aerei e nemmeno lanci di missili su Israele, la tregua umanitaria non e’ attiva ma se rimane questa calma, sarà possibile avere una pausa delle operazioni, con la possibilità di arrivare alla discussione fondamentale per la cessazione del fuoco duratura e l’assoluta e necessaria imposizione della fine del blocco per Gaza, l’apertura delle frontiere, la garanzia del diritto alla vita dei palestinesi e la sicurezza per tutti.

In queste ore il Consiglio di sicurezza dell’ ONU ha approvato la risoluzione per una  tregua umanitaria immediata e incondizionata.

Obama, con una telefonata a Netanyahu, ha chiesto il cessate il fuoco per salvare le vite umane palestinesi e israeliane ma ha anche detto di voler disarmare le milizie palestinesi.

Per arrivare ad una tregua umanitaria che porti le due parti a discutere punti fondamentali, devono essere messe sulla bilancia tutte le cause e gli effetti di questa guerra.

Deve essere discussa la fine dell’Occupazione delle terre del popolo palestinese, l’assedio e l’oppressione dello stesso: sono i punti focali che devono  essere risolti, per una totale e definitiva soluzione del conflitto.

Mentre i droni continuano a martellare le teste dei cittadini di Gaza, si attendono intrepidi notizie dal fronte militare.

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*Meri Calvelli è un’attivista e cooperante italiana, che opera da molti anni nella Striscia di Gaza. Questa corrispondenza è parte di una serie di aggiornamenti che sta inviando quotidianamente in Italia. 

**L’Eid al-Fitr è la festa per la fine del digiuno del mese sacro del Ramadan. “Eid Mubarak” è il tradizionale augurio che si scambiano i credenti musulmani. 



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