Una sessuologa americana ha scritto un vademecum per aiutare le persone affette da nanismo a vivere serenamente la propria sessualità
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di Max Cignarelli
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2 settembre 2014 – Su questo giornale con voi abbiamo già trattato il tema sesso e disabilità. Purtroppo su questo tema prevale ancora tanta ignoranza disgustosa. Alcune persone pensano che noi disabili siamo persone assessuate, che, quindi, non pensano al sesso, che non sanno neanche cosa sia, che non ne hanno bisogno, e pensano che non sia per noi una delle priorità nella vita.
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La dottoressa Marylou Naccarato, colpita lei stessa da una forma rara di nanismo, ha scritto un manuale d’amore e nel 2015 uscirà un documentario sulla sessualità dei nani. Ella sottolinea che sono soprattutto le persone nane le vittime del pensiero errato che nei disabili ci sia assessualità e del silenzio intorno al tema sessualità e persone nane.
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“La sessualità delle persone affette da nanismo è un tabù nel tabù. Più di qualsiasi altra forma di disabilità, infatti, su questa prevale un velo di silenzio”. Squarciato da pochi specialisti internazionali come, appunto, la dottoressa Marylou Naccarato. La dottoressa Naccarato è una vera e propria pioniera nel suo campo, al quale si è approcciata quasi per caso. Infatti, è mentre guardava un programma televisivo sulla sessualità dei disabili che decise di cambiare lavoro, passando da impiegata dell’Agenzia delle Entrate a medico affermato.
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Nell’intento di rendere il sesso meno doloroso e più appagante alle persone nane, la leader della Little People Community d’America ha elaborato una sorta di vademecum con le 17 posizioni ideali. Una guida dettagliatissima che spazia dalla spiegazione di ogni singola tecnica all’igiene personale, dai preliminari più stimolanti alle regole per evitare malattie trasmissibili, dal vocabolario perfetto di un rapporto sessuale al modo migliore per acquisire fiducia in se stessi e nel proprio corpo.
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Ma non solo. A disposizione dei potenziali acquirenti anche sex toys ad hoc, in vendita online, per migliorare la qualità dell'(auto)erotismo e ridurre al minimo i dolori alle anche e alla schiena, comuni per chi convive con questa disabilità. Tra le idee più originali, la “panca dell’amore”(Love Bench) per la quale ha ottenuto il brevetto. Si tratta di un lettino molto basso, stile giapponese, adatto sia a scopi individuali, per gli esercizi di ginnastica ad esempio, che a momenti d’intimità col partner.
Ciò che sottolinea Naccarato nel suo pensiero e lavoro è molto importante e corretto. Una domanda però voglio sollevare. La dottoressa Naccarato fa parte di quelle persone che, disabili e non disabili, nane e non nane – dato che qui si parla di persone nane – pensano che i rapporti sessuali e affettivi debbano avvenire per forza tra persone nella stessa condizione? Tra nani, in questo caso?Nell’articolo non si evince chiaramente. Mi piacerebbe poterglielo domandare.
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In un precedente articolo sul tema sesso e affettività nei disabili, ho sottolineato che anche questo modo di pensare di alcune persone con o senza handicap vada superato perché mette le barriere alla sessualità e alla sua libera espressione e limita i rapporti affettivi portando alla ghettizzazione e all’autoghetizzazione. Conosco persone disabili, anche nane, che si fidanzano tra loro per amore. In questo caso, ovviamente, niente da dire. Altre soprattutto perché ritengono che solo tra persone di pari condizione possa esserci rispetto, amore e affinità (autoghetizzazione). E per fortuna ci sono anche storie di sesso e sentimenti tra un disabile e una persona senza disabilità alcuna: questa è la vera vittoria contro i tabù.