Nel tempo perduto degli uomini, da un testo di Paola Caridi, musiche originali dei Radiodervish, con Carla Peirolero
di Christian Elia, da Mantova
@eliachr
6 settembre 2014 – Un caffè, a Gerusalemme, vicino alla Porta di Damasco. Un osservatorio privilegiato, per Nura, araba cristiana, che eredita in linea matriarcale la sapienza antica del caffè, mentre Moshe passa davanti ai suoi occhi ogni giorno.
Un reading teatrale, prodotto da Festival Suq, in collaborazione con il Teatro Stabile di Genova. La voce dell’attrice Carla Peirolero, legge Nura, da un testo di Paola Caridi, accompagnata dalle note dei Radiodervish. Musica e parole, che accompagnano uno sguardo.
Quello di una giovane ragazza prima, che si innamora dell’immigrato ebreo, di una compagna poi, che si sveglia in guerra, di una donna matura che il conflitto del 1967 divide dall’uomo che ama, fino a una donna che decide di portare il suo sguardo altrove, lontano da una Gerusalemme che stenta a riconoscere.
Un percorso di vita, intrecciato alla Storia dei grandi eventi, in una terra stretta che non cessa di conoscere ogni giorno il dolore di una tradizione immensa e pesante, tre volte santa, spesso dannata. I Radiodervish, sodalizio musicale di Nabil Salameh, Michele Lobaccaro e Alessandro Pipino, accompagna la storia che Carla Peirolero interpreta, dando volto e voce alle parole di Paola Caridi.
Storica e giornalista, Paola Caridi ha investito molti anni della sua vita in Palestina, raccogliendo storie, raccontandole, per periodici e con due libri solidi, come Hamas e Gersalemme senza Dio, editi da Feltrinelli.
Il reading è il racconto di una donna, ma a tratti sembra di sentir parlare la stessa città di Gerusalemme, che si guarda in grembo, abitata da popoli che non si parlano, che hanno le stesse pietre ma non le condividono. Che ha visto tutto cambiare in fretta dall’Impero Ottomano, passando per il mandato britannico, fino alla nascita dello Stato d’Israele, alle guerre e all’occupazione, con l’annessione della zona araba della città.
Nura può decidere di chiudere il suo baule e partire, Gerusalemme non può farlo, anche se ha uno sguardo stanco. Perché ci sono destini molto pesanti da portare. Appuntamento a Genova, per una storia in musica che vi porterà lontano.
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