Aspettando Ghoncheh

Iran: in carcere da giugno per aver protestato contro il divieto di entrare allo stadio

[author] [author_image timthumb=’on’]https://www.qcodemag.it/wp-content/uploads/2013/06/1011723_10151970663739115_31057545_n.jpg[/author_image] [author_info]di Tiziana Ciavardini. È antropologa culturale e giornalista. Ha trascorso gli ultimi vent’anni nel Sud Est Asiatico, Estremo e Medio Oriente. Laureata presso La Sapienza, dal 2002 è stata ricercatrice presso il Dipartimento di Antropologia dell’Università Cinese di Hong Kong (CUHK). È Presidente dell’Associazione Ancis Anthropology Forum, Centro Internazionale di Studi, con sede a Roma. Negli ultimi dieci anni si é interessata alle cerimonie rituali iraniane e alla cultura persiana. Ha collaborato con il centro Dialogue Among Civilizations (dialogo tra le civiltà) promosso dell’ex presidente iraniano Khathami. Ha organizzato convegni presso il Senato della Repubblica e la Camera dei Deputati di Roma con incontri dedicati al pluralismo religioso. Ha partecipato a molteplici congressi nazionali e internazionali sul dialogo interreligioso e interculturale; è autrice di articoli divulgativi volti alla conoscenza delle culture e delle religioni. [/author_info] [/author]

23 settembre 2014 – Nell’Iran del cambiamento ancora troppe cose rimangono quelle di sempre. Malgrado gli sforzi da parte del nuovo presidente moderato Hassan Rohani e della sua amministrazione, che condanna ogni atto contro la segregazione di genere, accadono episodi che annullano il duro lavoro di un anno. La notizia della detenzione di una giovane ragazza, con doppia cittadinanza britannica ed iraniana, Ghoncheh Ghavami, in carcere dal giugno scorso, sta sensibilizzando l’opinione pubblica di tutto il mondo. Il vice Presidente Iraniano Shahindokth Molaverdi aveva giá portato all’attenzione la vicenda delle donne in protesta davanti allo stadio e aveva giá dichiarato quanto fosse sbagliato non concedere la gioia a queste donne di dare il proprio supporto alla propria squadra.

 

In isolamento per 41 giorni

L’arresto risale a circa due mesi fa quando la ragazza venne arrestata davanti allo stadio Azadi, durante una protesta pacifica contro il divieto imposto alle donne di entrare allo stadio per assistere alla partita di pallavolo Iran-Italia. La ragazza venne rilasciata dopo qualche ora. Quando peró si è presentata dieci giorni dopo al ritiro degli effetti personali è stata trattenuta ed è ancora in custodia da parte delle autorità. Pare che alcuni agenti in borghese abbiano confiscato anche il suo computer ed altri oggetti di sua proprietà.

La ragazza è stata in isolamento per 41 giorni nella sezione 2° della prigione di Evin, senza accesso ad un avvocato e alla sua famiglia. Secondo quanto riferisce Amnesty International, Ghoncheh Ghavami non è stata formalmente accusata, ma resta sotto inchiesta per “propaganda contro lo Stato”. La notizia è uscita solo da qualche settimana, poiché i familiari, pensavano di poter risolvere la questione in maniera veloce, ma hanno voluto richiedere aiuto vedendo che dopo due mesi dall’arresto non ci sono state novità. Al fine di avere più supporto internazionale sono già sorte delle iniziative, delle petizioni online ed è stata anche creata una pagina facebook.

 

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Il divieto allo stadio per le donne

La nazionale di pallavolo quest’anno è stata orgoglio nazionale e, nonostante le note restrizioni, si era pensato che, per condividere insieme la gioia e l’entusiasmo delle vittorie, fosse possibile alle donne iraniane entrare all’interno dello stadio per assistere alla partita. Dalla rivoluzione islamica del 1979, le donne in Iran per legge non possono partecipare ad eventi sportivi nei quali sia prevista la presenza di uomini. Una settimana prima del fermo della giovane Ghavami, giá un’altra protesta di donne iraniane era stata attuata. Durante il match di pallavolo tra le nazionali maschile dell’Iran e quella del Brasile, alle donne brasiliane era stata data la possibilità di entrare e tifare per la propria squadra, mentre a quelle iraniane era stato imposto di rimanere dietro ai cancelli.

 

La rotula di un ginocchio il motivo del divieto

Il divieto imposto alle donne di entrare allo stadio è stato fortemente condannato dalla vice-presidente del Presidente Iraniano, Shahindokht Molaverdi, delegata per le politiche delle donne e della famiglia. Alcuni sui articoli usciti sui media nazionali iraniani, sia quelli in lingua inglese come il Tehran Times sia quelli in lingua farsi, condannano le decisioni prese dalle autorità in merito ai divieti allo stadio per le donne.

La Molaverdi, che ho avuto l’onore di conoscere personalmente, ha sempre lavorato al fianco degli attivisti civili e conosce i loro problemi. In alcuni articoli, ha dichiarato che le istituzioni di polizia e di sicurezza dovrebbero comprendere i benefici della presenza delle donne allo stadio e l’ondata di felicità che raggiunge le famiglie e la società.

Durante il mio duplice incontro ho chiesto alla vice Presidente perché le donne non abbiano accesso allo stadio, quando invece in casa possono assistere liberamente a qualunque tipo di evento sportivo trasmesso in tv. Mi ha risposto che per la legge islamica non è consono alle donne assistere dal vivo ad eventi sportivi perché non è consentito, secondo alcuni, vedere dal vivo appartenenti all’altro sesso in abbigliamento che non copra totalmente il corpo.

Mi sono chiesta: cosa può trovare di attraente una donna nella rotula di un ginocchio di un giocatore? Da antropologa ma soprattutto da donna non trovo niente di intrigante nelle ossa del corpo umano Ognuno di noi si è trovato a crescere con un membro della famiglia di sesso opposto: un padre, un fratello, un figlio, quindi la motivazione rimane senza risposta.

Il programma di Rohani

La vice Presidente mi ha spiegato proprio sulla questione della donna in Iran, come il Governo abbia preparato un disegno di legge, in grado di offrire più sicurezza alle donne e garantire pari opportunità. Secondo Molaverdi da quando il Presidente Hassan Rouhani è entrato in carica, nuove iniziative sono state avviate per migliorare lo status delle donne. “Il governo sosterrà fortemente i diritti delle donne e rafforzerà il loro impegno in politica ed economia” – ha detto.

Gli ostacoli al Presidente moderato

Lo stesso Presidente Rohani ha dichiarato ‘la discriminazione delle donne è per noi inaccettabile’. É possibile dunque, che l’arresto e la detenzione di Ghoncheh Ghavami altro non sia che un ulteriore tentativo per screditare il Presidente Rohani. Una strategia messa in atto da una minoranza di estremisti detentori però delle istituzioni chiave come la magistratura e le forze di sicurezza, in grado di arrestare i programmi sulle aperture e sulla concessione di più diritti alle donne iraniane, tanto promessi del Presidente iraniano.

 

 

 

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