C’è il mondo intero nei luoghi di morte riportati sulle lapidi dei caduti mantovani delle due guerre, al Famedio del Tempio di San Sebastiano
Photogallery e testo di Giulia Bondi
@gnomade
10 ottobre 2014 – Endertà. Mai Belles. Trebescines. Cieli della Sicilia. Mar Mediterraneo. Africa. Lapidi tutte uguali, o quasi. Scolpite in tempi e caratteri diversi sui muri del Famedio dei caduti mantovani, nella cripta del Tempio di San Sebastiano.
Lapidi quasi uguali, diversi i luoghi di morte, fino a coprire quasi tutto il pianeta, in due Guerre Mondiali in cui hanno perso la vita giovani contadini di Belfiore, sottoufficiali di Solferino, commercianti di Castiglione delle Stiviere. Il Famedio ricorda solo caduti mantovani, ma le storie delle loro lapidi sono storie di intere generazioni di ragazzi della provincia, non solo italiana.
Ragazzi dai nomi qualunque, nomi non più di moda, nomi di città russe o africane che certo risultavano impronunciabili a chi si trovò sul fronte, con le scarpe di cartone, capace di parlare solo dialetto. Alcune lapidi ricordano le qualifiche militari o le medaglie, altre sono corrose dall’umidità. Di altre ancora c’è solo il riquadro tratteggiato a mano, nemmeno la scritta “Milite ignoto”.
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A dare voce a quel luogo ha provato, con delicatezza ed efficacia, l’installazione sonora “Caro Padre, vi dirò…”, allestita per il Festivaletteratura di Mantova. I tre curatori, Olivieri, Orlandi e Ponzana, hanno riempito lo spazio di pesantissimi sacchi di sabbia, caricati e scaricati a spalla (“Potevamo riempirli di polistirolo – spiegano – ma non avrebbero fatto lo stesso effetto”). Di fiori, carte da gioco e scarpe scompagnate. E di amplificatori che alternavano suoni di guerra, lettere ai familiari e racconti di trincea.
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Alla ricerca dei testi per l’installazione sonora hanno collaborato ICBSA – Roma; Centro di Dialettologia e di Etnografia – Bellinzona, Istituto Ernesto De Martino; Fondazione Museo Storico del Trentino. Alla Grande Guerra, il Festivaletteratura ha dedicato anche un riuscito laboratorio all’Archivio storico, nel quale, in collaborazione con Family Search, era possibile rintracciare ruolini militari e informazioni sui propri antenati (mantovani) che avevano combattuto nel conflitto 1914-1918.
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