Un libro racconta l’impresa della serba Snežana Radojičić, che a 41 anni ha iniziato a girare il mondo in bicicletta
di Patrizia Riso
“Zakotrljaj me oko sveta” è il titolo del libro – traducibile come “fammi rotolare intorno al mondo” – che Snežana Radojičić ha scritto per raccontare il viaggio su due ruote da Belgrado al Vietnam.
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Nel 2011 Snežana aveva 41 anni e lavorava come manager presso un’agenzia assicurativa. Due fatti sono casualmente venuti a coincidere: la perdita del lavoro e l’incontro con Brian Keith, compagno di vita e di viaggio statunitense. Per sette mesi hanno viaggiato insieme da Belgrado alla Turchia. Lì il progetto di coppia su due ruote è finito, ma Snežana ha deciso di continuare comunque il suo viaggio da sola. “Ho capito che dovevo continuare seguire quello che era prima di tutto il mio sogno, non quello del mio partner”.
Incontro Snežana alla presentazione del suo libro a Novi Sad presso il Club The Quarter. La sala è strapiena, molti sono seduti per terra, altri in piedi. E’ lo stesso giorno della critical mass per cui ci sono molti ciclisti abituali e professionisti ma anche famiglie con bambini e gente di mezza età che non ha mai usato la bici. Il racconto è avvincente: aneddoti e strategie di viaggio si combinano con foto e video. L’incontro con un’amica serba in Turchia per esempio le ha permesso di conoscere il sindaco di Kashkal che, venuto a conoscenza del fatto che una donna straniera viaggiava sola in bici, ha insistito per incontrarla e attivare una rete di supporto diffuso nei comuni vicini.
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Per quasi due ore Snežana racconta delle sue esperienze Couchsurfing, dei soggiorni in ostelli di tutti i tipi e delle tende piantate ovunque, dei cibi tradizionali e dei pranzi improvvisati per strada col suo fornellino. La platea è assorta e divertita. Non stupisce che al termine dell’incontro vengano vendute quasi tutte le copie e la fila per la dedica e la foto con l’autrice costringano Snežana a resistere alla stanchezza con una pinta di birra.
Sebbene più o meno tutti le dicessero che era pazza a partire e specialmente a continuare da sola, il viaggio è stato un successo e la gente la segue con una certa passione. Snežana spiega cosi le ragioni di questo seguito “Se di successo si può parlare credo sia dovuto non tanto al fatto che sono una donna che viaggia sola, quanto al fatto che sono la prima persona che dalla Serbia ha fatto un viaggio di questo tipo. Inoltre ho notato che la gente mi segue per l’ispirazione che si può trarre dalla mia partenza: io sono una persona qualsiasi quindi se ce l’ho fatta io a 41 anni, lo può fare chiunque.”
Nessun problema alla partenza quindi? “Quando ho deciso di partire avevo due tipi di problemi: mancanza di soldi e di compagni di viaggio. Poco dopo ho trovato i soldi e la compagnia, per poi perderli entrambi. In pratica mi sono resa conto che non erano problemi reali o quantomeno impossibili da superare”. Le chiedo qual è la cosa più bella e la peggiore che le è capitata durante il viaggio e subito dopo me ne pento. “Queste categorie quando fai un viaggio del genere non hanno importanza tale è la densità di incontri ed esperienze che accumuli. C’è stata una cosa però che mi ha un po’ abbattuta: la reazione di alcuni utenti del mio blog che hanno scritto commenti razzisti, sintomo di mentalità chiusa. Come fai a seguire un blog come il mio se non riesci a vedere aldilà del tuo naso?”
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Snežana sa che continuerà a viaggiare probabilmente per il Sud America in primavera o forse l’Indonesia. Non bisogna prenotare nessun volo ogni decisione è possibile fino all’ultimo minuto. Ha chiamato il suo viaggio GEA: geografia, ecologia, avventura. Snežana, come molti ciclisti, viaggia senza piano predefinito e senza limiti temporali da imporre ad ogni tappa. Senza sveglia e senza fretta perché, spiega nel suo blog “ho tutta la vita per fare la cosa più importante al mondo: vivere il mio sogno”, su due ruote ovviamente.
Foto tratte dal blog ufficiale www.snezanaradojicic.com
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