La via Emilia del documentario

Un concorso on line e quattro giorni di proiezioni: ViaEmiliaDocFest dal 6 novembre a Modena

di Giulia Bondi

 

5 novembre 2014 – Il più votato sul web è stato “L’amore verticale” della regista toscana Teresa Paoli. Ma ci sono anche la riedizione una lunga intervista a Primo Levi, storie di quartieri di periferia, un racconto dall’interno dei servizi di soccorso del “118”, gli esperimenti interculturali della Pinacoteca di Brera tra i temi dei venti film i in concorso al ViaEmiliaDocFest 2014, il festival del documentario on line giunto alla quinta edizione.

I film in concorso si possono ancora vedere on line sul sito ViaEmiliaDocFest, mentre da giovedì 6 a domenica 9 novembre al Teatro dei Segni di Modena ci saranno incontri con gli autori, anteprime e dibattiti sul cinema del reale (programma completo sul sito).

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Grande spazio ai progetti collettivi, a cominciare da “9X10 Novanta” che sarà proiettato giovedì 6 novembre.  Il film racconta l’Italia attraverso le immagini dell’Istituto Luce, memoria audiovisiva storica per eccellenza.

Nove registi hanno costruito altrettante opere lunghe dieci minuti montando immagini dell’archivio, scelte tra migliaia di ore di filmati, per raccontare il primo giorno di una guerra, invocazioni di pace, di crolli e ricostruzioni, memoria di paesaggi e realtà perdute, superstizioni e sogni, disegnando il ritratto di quasi un secolo d’Italia.

Gli autori sono Alice Rohrwacher (Palma d’oro a Cannes 2014), Claudio Giovannesi, Sara Fgaier, Alina Marazzi, Giovanni Piperno, Costanza Quatriglio, Paolo Randi e Roland Sejko.

 

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“I ponti di Sarajevo” è invece dedicato alla capitale bosniaca. In occasione del centenario della Grande Guerra, 13 autori hanno esplorano il ruolo di Sarajevo nella storia. La multiculturale Sarajevo è una delle città simbolo del ‘900, sia in quanto scintilla della Prima Guerra Mondiale che scoppiò tra le sue strade in seguito all’uccisione di Francesco Ferdinando, sia per l’assedio della città durante I conflitti che hanno portato alla dissoluzione della Jugoslavia.

Il film è suddiviso in episodi dove gli autori di diverse provenienze e generazioni offrono le proprie visioni sui temi storici e sociali del Novecento a Sarajevo. Tra gli autori, Jean Luc Godard e Aida Begic, assieme a Leonardo Di Costanzo, Vincenzo Marra, Kamen Kalev, Isild Le Besco, Sergei Loznitsa, Ursula Meier, Cristi Puiu, Marc Recha, Angela Schanelec, Teresa Villaverde, Vladimir Perisic.

Ancora Balcani, questa volta Albania, nel progetto di scambio giovanile “Il mare che unisce”, che si presenta al festival venerdì 7 novembre. Il 15 luglio 2014, 12 giovani italiani ed albanesi si sono imbarcati su un traghetto di linea da Trieste a Durazzo, con l’obiettivo di realizzare un film documentario.

“Dodici persone che non si conoscevano – spiega Cristiano Regina, tra i promotori del progetto –  e che provenivano da storie e luoghi diversi e lontani (sei italiani, quattro albanesi e due kosovari) si sono incontrate e hanno potuto lavorare insieme a un fi lm che provasse a raccontare la relazione tra Italia e Albania, senza aver potuto pianificare nulla, perché ciò che sarebbe accaduto in mare o chi sarebbe stato lì pronto ad attraversarlo nessuno poteva prevederlo”.

 

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Tra gli ospiti delle quattro giornate di festival ci saranno anche Francesca Ragusa (con “Avec toi sans toi”), Valerio Gnesini (con “Varvilla”), Felice Farina (con “Patria”), Giovanni Cioni (con “Per Ulisse”) ed Ermanno Cavazzoni (con “Vacanze al mare”).

Domenica 9 ci sarà spazio anche per quattro cortometraggi selezionati dallo Ozu Film Festival, evento cult dedicato al cortometraggio e arrivato alla 22esima edizione (dal 17 al 23 novembre, sempre non lontano dalla via Emilia).

 

 


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