Karawan, migrante e divertente

 A Roma, Tor Pignattara, un festival di cinema sceglie la commedia per raccontare integrazione e convivenza

 
di Giulia Bondi
@gnomade

 

22 novembre 2014 – L’incontro salvifico tra Li, cinese disegnatore di protesi a un passo dal suicidio, e Chuck, misterioso americano che vive giocando in borsa, interpretato da Kevin Spacey. Le avventure di Jafaar, pescatore di sardine di Gaza, che una mattina nella rete trova un grosso maiale vietnamita. L’estate di Sabina, che dalla Svizzera torna in Azerbaigian, paese dei suoi genitori. Commedie nere, ritratti di adolescenti, generazioni di donne che si intrecciano, narrate con sguardi ironici e disincantati, fuori dai luoghi comuni.

Parlare di convivenza, identità, incontro tra culture in tono non drammatico è l’obiettivo di Karawan: il sorriso del cinema migrante, festival in programma a Roma, Tor Pignattara, dal 26 al 30 novembre. Nato nel 2012, il festival si svolge nell’ex aula consiliare del Municipio, in Via dell’Acqua Bullicante 2, con ingresso a sottoscrizione. L’idea di partenza è che il sorriso sia il terreno d’incontro naturale fra le diverse culture del mondo, il “luogo” ideale in cui scompaiono le differenze e ci si riscopre semplicemente umani.

 

HE WAS A GIANT WITH BROWN EYES

 

Dopo gli appuntamenti monografici dedicati a vari Paesi, Karawan quest’anno offre una selezione di commedie da diversi angoli del mondo, con un nuovo punto di vista su paesi poco conosciuti, o rappresentati attraverso stereotipi e cliché, che non rendono giustizia a cinematografie intense, colorate e vitali.

Dalla Cina al Brasile passando per il Bangladesh, l’Azerbaijan, la Costa d’Avorio, la Palestina e il Rwanda, Karawan propone un viaggio ai confini del mondo che non a caso parte da Tor Pignattara, popolare quartiere romano divenuto negli ultimi anni il cuore multietnico della Capitale, con numerose comunità straniere residenti che ne fanno una sorta di piccola “Babele” a un passo dal centro storico.

Una collezione di opere per restituire l’immaginario di un’umanità che non vuole rinunciare a sorprendersi, divertirsi, ricominciare. Opere che senza distogliere lo sguardo da alcune delle questioni più controverse e irrisolte dei nostri tempi (dal conflitto israelo-palestinese al Rwanda degli anni Novanta) le attraversano con una leggerezza di tocco che non è disimpegno ma rivendicazione di un modo nuovo di guardare il mondo e richiamo alla partecipazione.

Karawan inoltre lavora sul recupero degli spazi per restituire al quartiere di Tor Pignattara il cinema di cui è orfano da oltre trent’anni. E così, schermo e proiettore in spalla, gli organizzatori vanno a caccia di spazi abbandonati, e li trasformano, per una o più sere, in luoghi in cui le persone possano incontrarsi e godere del rito collettivo dello schermo cinematografico illuminato. Stavolta è toccato a un’ex-aula consiliare del Municipio, recentemente messa a disposizione delle associazioni del territorio.

 

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Ecco alcuni dei film in programma.

He was a giant with brown eyes” (anteprima nazionale) di Eileen Hofer (Azerbaigian / Svizzera, 2012, 85′)

Dopo il divorzio dei suoi genitori, Sabina ha seguito la madre che si è trasferita in Svizzera, mentre sua sorella, Narmina, è rimasta con il padre in Azerbaigian. Cinque anni più tardi, le due sorelle si ritrovano, quando Sabina decide di passare un’estate a Baku per trascorrere del tempo con suo padre al quale è profondamente legata. Delicato ritratto dell’intimità di una famiglia e di due ragazze in cerca di risposte in un percorso universale che parla di identità, scoperta di sé e delle proprie radici, in quel grande viaggio che tutti siamo chiamati a compiere durante l’adolescenza.

Vendo ou alugo (for sale or for rent)” (anteprima nazionale) di Betse de Paula (Brasile, 2013, 90′)

Quattro generazioni di donne condividono un grande e lussuoso appartamento che non riescono più a permettersi, ma, a causa della prossimità con le favelas, non riescono a vendere né ad affittare. Imprevisti, equivoci, colpi di scena e gag si susseguono in una commedia al femminile frizzante e movimentata, fresca e colorata, che affronta senza ipocrisia tematiche importanti come la pacificazione delle favelas e la speculazione immobiliare. Con tocco tipicamente carioca, Betse de Paula racconta uno spaccato di vita quotidiana.

 

INSEPARABILI

 

Inseparabili” di Dayyan Eng (Cina, 2012, 97′)

Primo film cinese interpretato da un attore hollywoodiano di alto profilo, Kevin Spacey, affiancato dalle superstar cinesi Daniel Wu e Beibi Gong. Li è un disegnatore di protesi che sta passando un periodo difficile a causa di una doppia tragedia familiare. Come se non bastasse, non mancano i guai nemmeno sul lavoro. Li è sul punto di farla finita, ma al momento giusto qualcuno bussa alla sua porta. È Chuck, misterioso americano che vive in Cina investendo in borsa, e che dà una scossa alla vita di Li. Ma non tutto è come sembra… Ritmo, risate e colpi di scena assicurati in questa spassosa black comedy, con un’improbabile coppia di supereroi, come non li avete mai visti.

Un insolito naufrago nell’inquieto mare d’Oriente (Le cochon de Gaza)” di Sylvain Estibal (Francia / Israele / Germania / Belgio, 2012, 99′)

Jafaar è un pescatore palestinese che pesca sardine e vive con la moglie lungo il muro della Striscia di Gaza. Dimenticato da Allah, incalzato dai creditori e avvilito da una vita sorvegliata da Israele e dai suoi militari, che ‘bazzicano’ la sua casa e controllano ogni suo respiro, Jafaar butta la rete in mare e una mattina pesca l’impensabile: un grosso maiale vietnamita. Piccola commedia umanista e ‘fraterna’, Un insolito naufrago nell’inquieto mare d’Oriente trova il giusto equilibrio tra farsa e fiaba, giudaismo e islamismo, tra ḥarām e ṭaref (il cibo proibito secondo le prescrizioni alimentari di ebrei e musulmani), rinnovando il discorso su un conflitto infinito e realizzando un ritratto sensibile dove le due fazioni sono calate, con la propria umanità e la reciproca indulgenza, dentro la loro realtà complessa e davanti agli immutabili (e immutati) affanni quotidiani.

Il festival Karawan è  ideato e organizzato da Associazione culturale Bianco e nero in collaborazione con Cdq Torpignattara Onlus, con il sostegno dell’Assessorato Cultura, spettacolo e sport della Regione Lazio e dell’Ambasciata della Repubblica della Costa d’Avorio, il patrocinio dell’assessorato allo  Sviluppo delle Periferie, infrastrutture e manutenzione urbana di Roma Capitale e del Municipio Roma V. Partner del festival anche TokiTitles, Aikapro, Asinitas Onlus.


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