La colonna destra dei siti mainstream italiani è il trionfo dei click e la morte del contenuto in rete. Dai castori che ballano alle anatomie dei corpi esibiti in finti servizi rubati.
Q Code Mag affronta la sonnolenza postprandiale che caratterizza alcune date clou di queste feste, o il senso dilatato delle giornate natalizie e di inizio anno, con una carrellata di consigli fra lettura, video, cinema, facezie o spunti per svuotare la scatola cranica. O riempirla di contenuti di quel bellissimo concetto dei nostri avi, che veneravano l’otium come occasione di crescita personale
Umanità 2.0
di Alice Bellini
@A_Clem_Bellini
26 dicembre 2014 – C’è ancora chi si domanda se si possa vivere con meno. E a me sembra una domanda piuttosto buffa, dato che la risposta è ormai appurato che sia un gran bel “sì”, che non lascia scampo e che smaschera ogni giorno di più come ormai il confine tra necessità e vizio sia stato abbondantemente sorpassato, tanto da essere dimenticato e definitivamente confuso.
E non penso ci sia un posto migliore dove fare questa riflessione, se non su questa testata che si fonda sul crowdfounding, sulla condivisione e, soprattutto, su internet.
Altrettanto buffamente, questa “nuova” economia della condivisione, del baratto e della generosità, questa nuova riscoperta dell’uomo come animale sociale e non macchina individualista e egomaniaca, prende un nome, quello di sharing economy, l’economia della condivisione, che altro non è, appunto, che un’economia basata sull’umanità 2.0, che altra differenza non ha rispetto al passato se non l’infinita risorsa che è internet, che permette di portare socialità, cooperazione e condivisione su un piano globale, invece che solo territoriale.
Perché togliendo internet e questo nome così cool e avveniristico, altro non rimane che un’economia secondo natura, un’economia che può chiamarsi tale, invece che basarsi sul guadagno senza pietà, sullo sciacallaggio e, in definitiva, sulla povertà. Rimane l’umanità, con tutti i suoi limiti, che altro non sono che la sua maggiore forza e ricchezza.
E forse, per la prima volta dopo tanti secoli, non ci siamo sforzati a inventare niente di nuovo, ma abbiamo ascoltato la nostra natura e il nostro reale bisogno.
A tal proposito, un bell’articolo tratto da Il Fatto Quotidiano, che si rifà ad un articolo ancor più bello e ricco di spunti di riflessione firmato dalla celebre penna di Jeremy Rifkin.
Potrà sembrare banale chiudere queste poche righe con un augurio di maggiore condivisione, ma non penso ci sia invito migliore che riscoprire la propria umanità, intesa come essere umano, che potrà pur nascere e morire solo, ma a vivere, si vive con gli altri e, come disse qualcuno, la felicità è reale solo se condivisa.
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