Consigli per il tempo lento, suggestioni per il tempo prezioso, a colpi di boxe
a cura di Christian Elia
@eliachr
31 dicembre 2014 – In occasione dell’estate, mi sono divertito a segnalare storie che parlassero della mia città, Bari. Arrivano le feste di fine anno, è di nuovo tempo di colonna destra, di consigli della redazione di Q Code Mag per passare del tempo lento, prezioso, dedicandosi alla lettura e a godere del nutrimento dell’anima.
Ho scelto la boxe, la noble art, una delle grandi passioni della mia vita. Uno sport che vive una stagione difficile, tra la fine della stagione romantica e l’inizio dell’era commerciale, dove i soldi sono tantissimi per pochi, e davvero pochi per tanti.
Fatica, sudore, botte prese e date. Resta come un ricordo, un sapore lontano di un mondo in dissolvenza. Una polaroid che ingiallisce ogni giorno di più, tra aneddoti e vecchi campioni, che in un meccanismo malsano non vengono sostituiti dai nuovi.
Un libro. Il professionista, romanzo di W.C.Heinz, edito da Giunti. E’ la storia di un’occasione, unica nella vita. Un pugile che è chiamato dalla vita a sudarsi la sua occasione. Il ritiro pre incontro, con il suo allenatore, un vecchio giornalista, uno scalcagnato sparring partner, uno scontroso massaggiatore. Da sempre considerato il più bel romanzo sulla storia della boxe in Usa, è il libro più bello di un grande autore come Heinz, esponente di gran rilievo ma misconosciuto della generazione del new journalism statunitense. Un affresco di vite spiegazzate, a bordo ring, tra occasioni mancate e passione mai morta.
Un film. Pochi sport si sono prestati alla letteratura e al racconto come il pugilato. Decine di film, guardando a un mondo opaco e affascinante, fumoso e borderline, raccontato da tutti i punti di vista immaginabili. Una segnalazione è per Lassù qualcuno mi ama, la storia di Rocky Graziano, in un’interpretazione magistrale di Paul Newman. Un capolavoro. Diretto da Robert Wise nel 1956, racconta la storia di Thomas Rocco ‘Rocky’ Barbella, figlio di un ex pugile alcolizzato dell’East End newyorchese. Un viaggio nella dolorosa New York degli immigrati, il sottobosco della boxe come una tortuosa, disperata via di fuga dalla realtà, tra sogni di emancipazione e piccola criminalità
Un documentario. Facing Alì è un’opera metafisica. Parla di Mohammed Alì, senza Alì. Lo fa raccogliendo le testimonianze dei suoi avversari, quelli che lo odiano ancora oggi e i suoi amici, quelli che son finiti a distribuire pasti caldi ai senzatetto e i milionari che tornano sul ring per l’incapacità di vivere lontano da un mondo che è tutta la loro vita. Un affresco, diretto da Pete McCormack, tratto dall’omonimo libro di Brunt Stephens, che racconta il più grande di tutti con gli occhi di coloro che anche solo per poche riprese, sono stati illuminati dalla sua classe.
Tra i film in uscita al cinema nel 2015, va segnalato Bleed for This, Regia di Ben Younger, con Miler Teller e Tina Casciani. Il film racconta la storia di Vincenzo Edward Pazienza, detto Vin Paz, o Pazmanian Devil. Pugile di origini italiane, due volte campione del mondo, che dopo un terribile incidente d’auto, rischiò di non poter più camminare. Nonostante i mesi di ricovero e contro gli ordini del dottore, il campione ritornò in palestra sotto la guida del noto allenatore Kevin Rooney e ritornò sul ring appena un anno dopo.
Teatro. Consigliata la visione di BOXE – attorno al quadrato, che a primavera del 2015 dopo quattro residenze di produzione presso La Corte Ospitale di Rubiera, Teatro Era di Pontedera, Teatro Biblioteca Quarticciolo di Roma, continuerà a girar l’Italia. Ci troviamo davanti al momento che segue ogni incontro, il KO del pugile. Il luogo è il Ring, privato del quadrato e di tutto ciò che serve per l’ incontro. Accade al pugile di finire al tappeto e di non rialzarsi, di vivere quel buio scandito dai secondi dell’arbitro e dimenticarli. Accade al team di osservare il pugile che ha scelto, cresciuto, allenato, sostenuto per anni, finire al tappeto. Quando il Pugile entra nel ring e sale sul quadrato non è solo. Attorno a lui c’è il Team. Il Pugile è l’unico che combatte, che pone se stesso come campo di battaglia che rischia la vita nella lotta per la lotta, ma non è un gesto per sé. Il Pugile rappresenta la scelta, la filosofia di vita, la visione della lotta e l’etica dell’intero Team.
Musica. La colonna sonora ideale è un disco straordinario di Miles Davis, A tribute to Jack Johnson, dedicato dal maestro a uno dei più grandi pugili neri della storia.
“Io sono Jack Johnson. Campione del mondo dei pesi massimi. Sono nero. Non mi hanno mai permesso di dimenticarlo. In ogni caso io sono nero! E non permetterò mai che lo dimentichino!”
Pubblicato nel 1971 dalla Columbia Records, Il disco fu registrato come colonna sonora per il documentario di Bill Cayton con lo stesso titolo. La prima sessione di registrazione dell’album si svolse il 7 aprile 1970. Si unirono a Davis, in corso d’opera, artisti del calibro di John McLaughlin, Michael Henderson, Billy Cobham, Herbie Hancock. Capolavoro.