Marco Paolini racconta Bhopal e i molti altri spettacoli trasmessi su Radio Onda Rossa
di Redazione
31 dicembre 2014. Warren Anderson era il presidente della Union Carbide, la multinazionale della chimica stelle e strisce dalla cui fabbrica indiana di Bhopal (in dismissione e ormai priva di sistemi di sicurezza) fuoriuscì una gigantesca nube di isocianato di metile, sostanza altamente tossica che provocò in una notte la morte di decine di migliaia di persone e che tuttora è causa di morti quotidiane e forme patologiche croniche e devastanti.
A quella notte di poco più di trent’anni fa è dedicato lo spettacolo di Marco Paolini Bhopal 2 dic. ’84, in onda su Radio Onda Rossa all’interno della trasmissione Radio Teatro nell’ultimo appuntamento dell’anno (qui tutto l’Archivio 2014)
Lo spettacolo di Paolini, scritto con Francesco Niccolini e Andrea Purgatori, è diretto da Davide Ferrario e prosegue considerando la vicenda di Bhopal a distanza di diciotto anni, ormai diciannove, quando il popolo indiano non attende solo giustizia, ma che la giustizia decida cosa fare. Nel frattempo, magistrati testardi insistono perché Warren Anderson si presenti davanti a un tribunale indiano per rispondere alle accuse. O, almeno, a qualche domanda. Ma gli Stati Uniti d’America non collaborano.
La giustizia americana non può processarlo perché il crimine non è avvenuto in territorio statunitense, né può consegnarlo ai colleghi indiani perché Warren Anderson è irreperibile (anche se tutti sanno che abita a Manhattan ed è anche stato riconosciuto e fotografato da un attivista di Green Peace) e nessuno sa come rintracciarlo. Che per la celebre ‘giustizia infinita’ di George W.Bush esistano due pesi e due misure?
A Radio Teatro va in onda anche “Mary piena di grazia, ovvero parabola storta di una ‘Mater dolorosa’ crassa, sbilenca e profana”, di e con Annalisa Lori e Flavia Germana De Lipsis.
Punto di partenza per le due autrici e attrici in scena, lo studio del monologo ‘Stabat Mater’ (Premio Riccione 1993) di Antonio Tarantino, in cui la protagonista è una madre in attesa di poter parlare con il figlio arrestato per presunto terrorismo. Maria è una donna semplice, emarginata, che si parla addosso in un dialetto sconnesso; così passa il tempo, così riempie sè stessa.
Il suo destino, come probabilmente quello di suo figlio, non dipende da lei; altri lo hanno deciso, altri più potenti, altri che spiegano a quelli come lei la vita, la legge e la morale, altri che non ci sono mai, quando ne hai bisogno.
Le due attrici danno voce alle due anime di Maria, una aggressiva ed ottusa, che lancia improperi e bestemmie, giocando a far la voce grossa con la vita; l’altra che si domanda, si guarda intorno e capisce via via che a quell’attesa non c’è fine e, se c’è, non è quella sperata. E’ una litania blasfema, parossistica, un monologo interiore e frontale al contempo, tragicomico e tagliente.
E’ la storia parallela e inaspettata di un’inedita “Madre dolorosa” meno famosa e meno fortunata. E’ una parabola storta, una Pietà monca; Maria non è benedetta; Maria non è piena di grazia; Maria non è pronta al sacrificio: ha già dato e dio non la salverà probabilmente, perché quelli come lei, se vogliono la salvezza, se la devono dare da soli.
Tra gli autori ospiti della trasmissione con estratti delle proprie opere o reading letterari ci sono stati, nel 2014, Wu Ming, Daniele Biacchessi, Fabrizio Gifuni e molti altri, tutti riascoltabili a partire dalla pagina dell’archivio.
Sosteneteci. Come? Cliccate qui!