delle potenze del 5+1 tenteranno di accelerare un negoziato palesemente in stallo. E Teheran radicalizza la sua posizione
tratto da NenaNews
Dopo un mese e mezzo di pausa, riprenderanno mercoledì prossimo i colloqui sul nucleare iraniano e la parola d’ordine è accelerare. Correre, perché si riesca a trovare un accordo entro la data-limite del primo luglio, termine ultimo concesso a un negoziato che appare in fase di stallo ormai da molti mesi, tanto da essere stato prolungato per ben due volte.
Lo ha dichiarato domenica il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif, spiegando che «l’Iran e gli Stati Uniti esploreranno nuove vie per dare impeto al negoziato». Gli ha fatto eco questa mattina il segretario di Stato Usa John Kerry, speranzoso che «si riesca ad accelerare la questione» con Teheran.
Kerry e Zarif si incontreranno mercoledì a Ginevra per discutere di una strategia volta ad accelerare i colloqui, seguiti il giorno dopo dai negoziatori di livello inferiore che discuteranno dei dettagli tecnici. Lunedì prossimo, infine, si ripartirà ufficialmente con i rappresentanti del 5+1 (Usa, Gran Bretagna, Francia, Cina, Russia + Germania) per tentare di raggiungere perlomeno una bozza di accordo entro l’inizio di luglio.
Non è chiaro se regni lo scetticismo e la delusione che avevano accompagnato gli ultimi mesi dello scorso anno, quando funzionari occidentali accusavano la Repubblica Islamica di non mostrare flessibilità nell’arrendersi ai dettami del 5+1 e cessare qualsiasi attività nucleare, mentre i rappresentanti di Teheran accusavano l’Occidente di chiedere troppo. Perché i nodi sono sempre gli stessi.
La questione che appare più insormontabile è quella dell’arricchimento dell’uranio. Washington vuole che essa cessi del tutto per evitare che possa servirsene un giorno per costruire un eventuale ordigno nucleare (molto improbabile, dato che ha l’Iran ha appena diluito tutte le sue scorte di uranio altamente arricchito sotto la supervisione dell’agenzia Onu per il nucleare, ndr), ma Teheran, seppur desiderosa di concludere un accordo che porti un allentamento delle sanzioni, ha ripetuto più volte che non accetterà mai di rinunciare al suo programma nucleare destinato, a detta delle autorità, a scopi energetici.
E non solo Teheran ha ribadito le sue posizioni, ma ha anche aumentato le sue richieste: domenica il capo dell’Agenzia Atomica iraniana Ali Akbar Salehi ha dichiarato che entro otto anni il Paese avrà bisogno di 12 volte più di uranio arricchito di quello attuale per sviluppare il proprio programma energetico.
«Attualmente – ha dichiarato Salehi all’agenzia stampa ufficiale IRNA – produciamo 2,5 tonnellate l’anno, ma in tutto avremo bisogno di 30 tonnellate». Salehi ha anche usato parole dure nei confronti delle potenze del 5+1, accusandole di aver politicizzato la questione del nucleare iraniano: «I paesi occidentali – ha concluso – hanno ricamato una storia politica sulla questione nucleare del nostro Paese, mentre noi abbiamo risposto tutte le 18 domande tecniche (formulate dall’AIEA, l’Agenzia internazionale per l’Energia Atomica, ndr)».
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