Verità per Gaza

La ong israeliana B’Tselem racconta nel dettaglio 13 episodi della missione Bordo protettivo con cui l’esercito israeliano ha ucciso 179 palestinesi

Bombe e morte, dall’8 luglio al 26 agosto 2014, su Gaza. Israele ha battezzato la mattanza Protective edge, Bordo protettivo: l’ennesimo, brutale attacco alla popolazione della Striscia di Gaza. A dieci giorni dall’apertura del fascicolo d’indagine dalla Corte penale internazionale dell’Aja per stabilire se rispettando gli ordini i soldati israeliani abbiano commesso un crimine contro l’umanità, la ong israeliana B’Tselem, una delle voci più critiche nei confronti della guerra con i palestinesi, pubblica un nuovo rapporto sui fatti di quelle settimane:

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Secondo quanto riportato dall’ong, 606 palestinesi sono stati ammazzati nelle aggressioni analizzate da B’Tselem e la maggior parte delle vittime non ha mai preso parte alla guerra: sette su dieci avevano meno di 18 anni o erano donne sopra i 60. Il report racconta i dettagli di 13 scontri dove sono rimasti uccisi 179 palestinesi. E inchioda il governo Netanyhau alle sue responsabilità sull’offensiva a Gaza:

“Attacchi di questo genere – scrive l’ong – non sono stati effettuati sul capriccio dei singoli soldati, piloti o comandanti sul campo. Sono il risultato di una politica indirizzata da funzionari del governo e dall’alto comando militare. Anche se il governo israeliano pensasse che questa operazione avrebbe posto fine agli attacchi contro le comunità israeliane, non avrebbe dovuto partire a causa delle sue prevedibili conseguenze, terribili”.

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