Venezia ricorda una delle protagoniste del movimento della Psichiatria Democratica
Dieci anni fa moriva a Venezia Franca Ongaro, protagonista, con il marito Franco Basaglia, di una delle più importanti stagioni del Novecento che ha portato in Italia alla distruzione del manicomio, alla promulgazione della legge 180 e alla nascita di una salute mentale territoriale.
Per ricordarla, la Fondazione Franca e Franco Basaglia, con sede a Venezia, nell’isola di S. Servolo, promuove un incontro di riflessione e confronto sulla sua figura in occasione della presentazione dell’inventario del proprio archivio, riconosciuto d’interesse Storico Nazionale e Regionale a partire dal 2008.
“Franca Ongaro Basaglia: dire e fare il cambiamento” e “Far memoria e politica del presente” saranno i due tavoli tematici attorno ai quali studiosi e ricercatori che hanno iniziato il loro percorso a fianco dei due intellettuali veneziani, si alterneranno nel corso della mattinata.
L’iniziativa vuole valorizzare così il filo che unisce la memoria e l’esperienza di un cambiamento all’importanza di farne indispensabile eredità nel presente. Sarà il primo di una serie di appuntamenti che durante tutto il 2015 tenteranno di ripercorrere il lavoro pratico e teorico dei Basaglia analizzando, con l’apporto di specialisti ed esperti, soprattutto quanto di inedito è custodito nell’archivio.
Franca Ongaro biografia breve
Franca Ongaro è nata nel 1928 a Venezia dove ha fatto studi classici. Comincia a scrivere letteratura infantile e i suoi racconti escono sul Corriere dei Piccoli tra il 1959 e il 1963 insieme con una riduzione dell’Odissea, Le avventure di Ulisse illustrata da Hugo Pratt, e del romanzo Piccole donne di Louise May Alcott. Ma sono gli anni di lavoro nell’ospedale psichiatrico di Gorizia, con il gruppo che si sta raccogliendo attorno a suo marito Franco Basaglia, a determinare la direzione dei suoi interessi e del suo impegno.
Nella seconda metà degli anni ‘60 scrive diversi saggi con Franco Basaglia e con altri componenti del gruppo goriziano e due suoi testi – Commento a E. Goffman, La carriera morale del malato di mente e Rovesciamento istituzionale e finalità comune – fanno parte dei primi libri che documentano e analizzano il lavoro di apertura dell’ospedale psichiatrico di Gorizia, Che cos’è la psichiatria (1967) e L’istituzione negata (1968). E’ sua la traduzione italiana dei testi di Erving Goffman Asylums e Il comportamento in pubblico, pubblicati da Einaudi rispettivamente nel 1969 e nel 1971 con saggi introduttivi di Franco Basaglia e Franca Ongaro, che traduce e introduce anche il lavoro di Gregorio Bermann La salute mentale in Cina (1972).
Dagli anni ’70 Franca Ongaro è coautrice di gran parte dei principali testi di Franco Basaglia, da Morire di classe (1969) a La maggioranza deviante (1971), I crimini di pace (1975) fino alle Condotte perturbate, uscito in Francia nel 1987.
Nel 1981 e ’82 cura per Einaudi la pubblicazione dei due volumi degli Scritti di Franco Basaglia.
Franca Ongaro è anche autrice di volumi e saggi di carattere filosofico e sociologico sulla medicina moderna e le istituzioni sanitarie, sulla bioetica, sulla condizione della donna, sulle pratiche di trasformazione delle istituzioni totali. Tra i suoi testi principali, i volumi Salute/malattia. Le parole della medicina (Einaudi 1979), raccolta dei lemmi di sociologia della medicina scritti per la Enciclopedia Einaudi; Una voce. Riflessioni sulla donna (Il Saggiatore, 1982) che include la voce donna della Enciclopedia Einaudi; Manicomio perché? Emme Edizioni 1982; Vita e carriera di Mario Tommasini burocrate scomodo Editori Riuniti, 1987.
Tra i saggi, Eutanasia, in Le nuove frontiere del diritto, Democrazia e Diritto, n. 4 – 5, Roma, 1988; Epidemiologia dell’istituzione psichiatria. Sul pensiero di Giulio Maccacaro (Medicina Democratica, 1997); Eutanasia. Libertà di scelta e limiti del consenso in Finzioni e utopie. Diritto e diritti nella società contemporanea, R. Dameno e M. Verga (a cura di), (Angelo Guerrini, Milano, 2001).
Dal 1984 al 1991 è stata, per due legislature, senatrice della Sinistra Indipendente e in questa veste è stata leader della battaglia parlamentare e culturale per l’applicazione dei principi posti dalla riforma psichiatrica, tra l’altro come autrice del disegno di legge di attuazione della “180” che diventerà, negli anni successivi, testo base del primo Progetto Obiettivo Salute Mentale ( 1989 ) e di diverse disposizioni regionali.
Nel luglio 2000 ha ricevuto il premio Ives Pelicier della International Academy of Law and Mental Health e nell’aprile 2001 l’Università di Sassari le ha conferito la Laurea Honoris Causa in Scienze Politiche. E’ morta nella sua casa di Venezia il 13 gennaio 2005.
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