Buon lavoro

Uno spettacolo di “teatro civile” porta in scena a Milano le storie di chi il lavoro ce l’ha, lo ha perso o lo sta cercando

di Bianca Bemori

Se ne discute ovunque; ci si lamenta per; lo si invoca, lo si critica, si urla perché è un diritto averlo, lo si pretende, lo si sogna, lo si difende. Perché il lavoro è una cosa seria. Nonostante oggi sia un convitato di pietra, c’è chi ha avuto il coraggio di farne uno spettacolo teatrale portando in scena delle testimonianze. Un reportage utile per delinearne un futuro che ripeschi in un passato di diritti e dignità. Sono storie di chi lo ha, chi lo ha perso e chi lo deve trovare un lavoro.

Buon lavoro Report teatrale dal mondo del lavoro, un progetto di Elisabetta Vergani e Maurizio Schmidt con Farneto Teatro (in scena al Teatro Verdi a Milano fino al 15 marzo) ha lanciato quindi una sfida: «Portiamo in palcoscenico situazioni che molti non vorrebbero uscire la sera per sentirsele raccontare, visto che magari se le vivono durante il giorno», dichiara Maurizio Schmidt che ha “messo in ordine” 200 ore di interviste raccolte in circa tre mesi in tutte le regioni italiane a lavoratori molto diversi tra loro. Invece questo spettacolo è una scossa, perché a gran ritmo si snoda attraverso molte voci di chi oggi cerca di conquistarsi un posto, di mantenerlo e dargli una dignità spesso messa in discussione da proposte contrattuali di precarietà e di assenza di diritti:

l’ex operaio della Olivetti, la giovane giornalista precaria milanese, le “marie” che occupano una miniera in Sardegna, la bracciante italiana, la badante albanese, la maestra che tra un concorso e l’altro cerca di lavorare.

«Perché abbiamo deciso di allestirlo? Per fare teatro civile, inteso come un teatro popolare su argomenti che devono interessare tutti, perché sono centrali nella vita di ciascuno». E infatti il lavoro è “il tema” mai seriamente affrontato da troppi anni in questa società che deve riprendere fiato.

Complice la Cgil che lo sostiene, Buon lavoro è il risultato di ricerca e di scrittura. « sette attori sono andati di persona a intervistare chi diventerà il loro personaggio. Siamo stati ecumenici: abbiamo cercato di raccontare tutte le categorie: dall’operaio alla giornalista precaria», precisa Schmidt. Però prendendo posizione, perché scegliere di inserire il caso dell’Ilva di Taranto, la chiusura dell’acciaierie di Piombino significa volere dichiarare da che parte si sta.

A dare ancora più forza c’è il valore delle vicende umane che spesso dal palco arrivano dritte allo stomaco.

Non è certo facile stare seduti lì quando di fronte qualcuno, con intensità, ti ricorda la sentenza annullata per chi è responsabile dei 3000 morti di amianto a Casale Monferrato: si prova un senso di impotenza e di dolorosa accettazione di ingiustizie che pensavi non sarebbero più potuto accadere. Ma niente paura, si resiste: lo spettacolo ha ottimi attori e molta vitalità grazie a queste vite troppo umane. Faticose, intense e forti. Sono tante e cambiano di sera in sera. Alcune meno dure, altre amarissime.

Le “Marie” per esempio, lavoratrici delle miniere in Sardegna sono così energiche e solidali che riesci a sorridere, anche se sai che stanno perdendo il loro posto per sempre. Un po’ più difficile è fare lo stesso ascoltando la cronaca dei “braccianti” di Castelnuovo Scrivia o quello di Monica assunta (a termine) per il controllo qualità e licenziata perché rimasta a casa per malattia: a causa di un incidente al lavoro. Una via l’altra lasciano il segno. Quasi sempre come esempi di dignità, passione e orgoglio. «Anche gli intervistati si sono sentiti coinvolti, e molti sono rimasti in contatto con noi», aggiunge il regista. Alcuni, i braccianti, di Castelnuovo Scrivia, grazie a Buon lavoro sono andati a teatro per la prima volta in vita loro. Se vi sembra poco…

 

Buon lavoro. Report teatrale dal mondo del lavoro

Un progetto di Elisabetta Vergani e Maurizio Schmidt realizzato e prodotto da Farneto Teatro con Lorenzo Frediani, Marta Lunetta, Giuseppe Palasciano, Emilia Scarpati Fanetti, Silvia Valsesia, Elisabetta Vergani. Musica dal vivo di Giulia Bertasi. Regia di Maurizio Schmidt.

Tutte le domeniche alle 12.30, fino al 5 aprile, su Radio Popolare, va in onda “Molto lavoro per nulla
, Storie di Vite precarie”, la nuova trasmissione che, con le voci di attori e musicisti, riprende, amplia e rielabora le storie raccolte da Farneto Teatro.

 

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