Non tutte le regioni sono in corsa per tagliare in tempo il traguardo del superamento al 31 marzo 2015. Ma è certo che almeno questa volta non ci saranno proroghe. Gli interrogativi ancora aperti sul destino dei nuovi internati
tratto da Redattore sociale
Mancano meno di due settimane alla chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari, ma i dubbi sul post Opg restano. Che cosa accadrà dal 2 aprile alle persone a cui viene riconosciuta l’infermità mentale e che devono scontare una pena restrittiva?
Alla domanda la risposta dovrebbe essere per tutta l’Italia la stessa: in una Rems (Residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza sanitaria) solo nei casi in cui è impossibile trovare una misura alternativa, in cui vengano coinvolti direttamente i servizi sanitari regionali.
Infatti i due percorsi individuati dalla legge 81 del 2014 prevedono proprio la dimissione degli internati nei casi di bassa pericolosità con la conseguente presa in carico del Dipartimento di salute mentale (Dms) regionale, oppure – in caso di stretta necessità – l’accoglienza e l’assistenza in una Rems, che a differenze dell’Opg non avrebbe più sbarre né agenti di polizia penitenziaria di guardia. Ma non tutte le regioni sono allo stesso punto del percorso per chiudere l’esperienza degli Opg.
Nonostante le differenze, non ci sarà proroga alla scadenza degli Opg: “Sarebbe stata la quarta. Il nostro risultato, anche sul piano simbolico, l’abbiamo ottenuto”, spiega Stefano Cecconi, sindacalista della Cgil nazionale e coordinatore della campagna. I membri di StopOpg premono per la nomina di un commissario, così come previsto dalla legge 81, perché prenda in gestione le regioni che non si vogliono adeguare.
Veneto e Piemonte paiono le due più a rischio, dato che al momento non hanno ancora presentato un piano per l’attuazione del superamento degli Opg.
Non sono le uniche, però. Quasi dappertutto ancora non è chiaro quali siano le strutture alle quali saranno affidati i nuovi internati nel caso in cui il Rems non sia stato concluso. E qui viene al pettine il nodo culturale con la magistratura: “C’è poca attenzione ai nuovi internati. La luce si è spenta sulle schede personalizzate di ognuno, che dovevano essere lo strumento per la dimissione e il riconoscimento di misure alternative”, aggiunge Cecconi.
Quando questa luce è stata accesa, tra maggio e giugno 2014, quasi in 500, ricorda Cecconi, sono stati dichiarati “dimissibili” dagli Opg e si è cercato per loro una soluzione alternativa. Da settembre, però, gli ingressi sono ricominciati, fino ad attestarsi ai quasi 700 ancora presenti nei sei ospedali psichiatrici giudiziari d’Italia (Castiglione delle Stiviere, Montelupo Fiorentino, Reggio Emilia, Napoli, Aversa e Barcellona Pozzo di Gotto).
Nell’ottica della campagna StopOpg le Rems così come nei fatti sono oggi devono rappresentare solo una fase transitoria. Per quanto la legge 81 le renda assimilabili a strutture sanitarie, secondo la campagna sono “mini Opg”: stesso è “il mandato custodialista che è lo stesso contro il quale si batteva la legge Basaglia”, spiega Cecconi. Al contrario, la campagna vuole puntare sulla “salute mentale comunitaria”, senza barriere né cancelli a separare i “matti” dai “normali”. “Non scandalizza la fase transitoria – dice Cecconi – ma che fino ad oggi non si sia mai fatto nulla per attivare le nuove strutture in costruzione”. Motto della campagna è “StopOpg senza proroghe né trucchi”.
“Trucco dei trucchi – scrive Cecconi in un intervento del 15 marzo sul sito StopOpg – è lasciare aperto Castiglione delle Stiviere: un manicomio in piena regola, dove si pratica di norma la contenzione, come afferma placidamente in diretta Rai il direttore Pinotti. Se resta aperto Castiglione non si chiude la stagione degli Opg, anzi questo rischia di diventare un insidioso modello per altre regioni. Basta guardare alla pessima scelta di Piemonte e Liguria di internare nelle Rems dentro Castiglione i loro “pazienti”, invece che curarli nel territorio di appartenenza”. Motivo per il quale la campagna non di fermerà a fine mese. Anzi, aprile sarà solo l’inizio.