Raccontiamoci da soli, anzi insieme. Videocamera alla mano, sarà un gruppo “misto” di 8 ragazzi e ragazze modenesi under 35 e altrettanti coetanei richiedenti asilo ospitati in città, a evocare e descrivere l’esperienza di chi cerca rifugio in un paese straniero, in fuga da guerre o persecuzioni, e l’incontro interculturale che nasce dal vivere fianco a fianco, nella stessa città.
L’idea è dell’associazione Voice off, impegnata da alcuni anni in percorsi di partecipazione, cittadinanza attiva e racconto sociale attraverso il documentario. Le iscrizioni sono ancora aperte (fino a martedì 31 marzo inviando una email al referente del progetto: cristiano.regina@gmail.com) per un’esperienza che punta prima di tutto a fare lavorare insieme gruppi di giovani che, pur vivendo nella stessa città, difficilmente hanno occasioni di incontro.
Anche nei luoghi in cui gli standard di accoglienza dei richiedenti asilo sono adeguati e dignitosi, rimane infatti spesso il problema di una reale integrazione sociale, che permetta poi di costruirsi possibilità di vita autonoma dopo avere ricevuto l’agognato “status”.
IN QUESTA TERRA (2012)
Così, dopo due esperienze di lavoro partecipativo che ha coinvolto i videomaker dell’associazione insieme a rifugiati e richiedenti, e che hanno portato ai documentari brevi “In questa terra” (2012) e “Il pane di Hasib” (2013), per questa nuova edizione del progetto Voice off e il Progetto SPRAR (Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati) del Centro Stranieri del Comune di Modena hanno scelto di provare a coinvolgere anche un gruppo di giovani italiani residenti in città.
IL PANE DI HASIB (2013)
“Entrambi i lavori sono stati il frutto di laboratori di video partecipativo rivolti a gruppi di rifugiati politici e richiedenti asilo a Modena e sono stati proiettati in occasione della giornata mondiale del rifugiato nel Giugno 2012 e 2013”, spiega Cristiano Regina: “I ragazzi hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con le proprie storie ed esperienze e di narrarle attraverso un video. L’idea è sovvertire le logiche di rappresentazione mediatica del mondo e di dare la possibilità di raccontarsi direttamente, in prima persona, essendo sia autori che protagonisti del film”.
“Per il 2015 – prosegue Cristiano – abbiamo voluto l’esperienza anche a ragazzi e ragazze italiani, estendendo l’invito alla cittadinanza per intraprendere un percorso comune. Il documentario collettivo con richiedenti asilo e rifugiati cercherà di evocare la storia di questo incontro inatteso”.
Anche quest’anno, il gruppo lavorerà tra aprile e giugno per arrivare a presentare il risultato del proprio lavoro alla Giornata mondiale del rifugiato, il 20 giugno. E a prescindere dal risultato, sarà comunque il percorso insieme quello che conta davvero.
[La foto di apertura dell’articolo è stata scattata da Mauro Terzi].
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