Un racconto di viaggio lungo la Via della Seta
Mercoledì 8 aprile, ore 18.30, presso la Libreria Les Mots, in via Carmagnola angolo via Pepe (mm2 Garibaldi uscita via Pepe, mm5 Isola) a Milano, verrà presentato il progetto The Railway Daries, una produzione Nawart Press, finanziato da un crowdfunding.
NAWART PRESS
Presenta
THE RAILWAY DIARIES A women’s epic journey along the Silk Road
Cos’è The Railway Diaries?
Innanzitutto un documentario, che ripercorre parte dell’antica Via della Seta svelandone e raccontandone non tanto il passato glorioso quanto le persone che compongono il suo presente.
Questa lunga Rotta è stata percorsa dagli uomini per secoli e se da un lato, ne ha arricchito il bagaglio culturale, commerciale e politico, dall’altro ha unito tra loro terre solo apparentemente lontane. Oggi però – per questioni d’immigrazione e terrorismo – le frontiere sono spesso guardate con sospetto, considerate come vere e proprie barriere fisiche volte a separare realtà simili e vicine.
Quello che proponiamo con il progetto The Railway Diaries, e più in generale con Nawart Press, è di diffondere un’informazione diversa, meno stereotipata e con più sfumature, rispetto a quella monocromatica dei media tradizionali, con lo scopo di dar un volto e soprattutto una voce alla gente comune, che di solito non ce l’ha, per far sì che lo scambio culturale serva ad arricchire anziché dividere.
In un’epoca di transizione storica in cui si fa tutto di fretta senza soffermarsi a pensare e guardare chi e cosa ci circonda, in cui i vecchi confini sono obsoleti e se ne stanno ridefinendo di nuovi, e dove la guerra dilaga sotto diverse bandiere ideologiche, un’informazione dal basso che funga da ponte e da tramite culturale è una questione che ci riguarda tutti e da vicino.
The Railway Diaries ripercorrerà una personale e moderna Via della Seta secondo un’ottica nuova e per lo più femminile.
Inizieremo il viaggio il 2 maggio 2015 e faremo ritorno a casa il 15 agosto. Abbiamo deciso di iniziare la corsa a Venezia e di terminarla ad Almaty (Kazakhstan), tralasciando Italia e Cina, per dare spazio ai leggendari, ma per lo più sconosciuti, paesi di mezzo e alle loro genti. I paesi in cui sosteremo più a lungo sono: Kosovo, Albania, Grecia (Salonicco), Turchia e Kurdistan turco, Iran, Uzbekistan e Kazakhstan.
Un viaggio fatto SOLO VIA TERRA
L’orizzontalità – intesa come condivisione e assenza di gerarchie – è un concetto che ci sta molto a cuore e che, se è alla base del rapporto tra noi e chi – ci auguriamo – seguirà e commenterà le nostre imprese, vogliamo sia anche un punto fermo del viaggio.
Per questo motivo, la scelta del treno non è casuale. Infatti, il treno si caratterizza per lentezza, continuità di spostamento, e multiculturalità. Nello specifico, viaggiare a bordo di mezzi pubblici – come il treno – significa stare a stretto contatto con le persone del posto, e prendere nota delle loro storie e opinioni.
Attraversare i confini di 12 paesi via terra sarà la chiave di lettura del progetto, che ha come obiettivo finale aprire un dibattito sulla questione dei confini e la difficoltà nell’attraversarli.
Raccontare la cultura di un paese attraverso gli OCCHI DELLE DONNE
Tradizionalmente, nei contesti rurali e spesso patriarcali, l’uomo si intratteneva fuori casa per via di guerre, commerci o convegni e alla donna spettavano i doveri di casa. E’ così che le donne tendevano a stringere a sé, e a trasmettere ai propri figli, le leggende, i culti e le peculiarità delle comunità cui appartenevano. E’ con loro che vogliamo percorrere questo viaggio, e riscoprire e fissare in maniera indelebile le testimonianze della composita cultura che sono state in grado di tramandare per secoli.
Cosa produrrà The Railway Diaries?
Ogni storia sarà scritta e descritta attraverso articoli, documentari, e reportage fotografici che verranno diffusi su testate giornalistiche, TV, radio, e chiaramente con tutti voi che condividerete questo nostro progetto grazie al nostro blog.
In ogni tappa abbiamo individuato delle storie di donne diversissime tra loro, per dare spazio alla molteplicità e allontanarci da stereotipi preconfezionati. Parleremo di minoranze etniche e religiose, come le comunità Rom in Kosovo o le sacerdotesse zoroastriane dell’Iran;
racconteremo antiche tradizioni, come le Vergini Giurate in Albania, scopriremo le conquiste femminili del Kurdistan turco con le storie di sindachesse di diverse municipalità, ma non solo. Vogliamo esplorare la vita quotidiana delle campagne, degli scambi commerciali o, ancora, delle avanguardie artistiche e culturali dell’Asia Centrale. Nuove e altre tappe saranno aggiunte strada facendo, secondo ciò che emergerà nei luoghi che visiteremo e alle risorse che avremo a disposizione.
Chi è Nawart Press
THE RAILWAY DIARIES è il progetto pilota di Nawart Press e non avrebbe alcun senso senza. Sapevamo di voler creare un’associazione che rispecchiasse i tradizionali valori di etica giornalistica, che non fosse subordinata a nessuno e che s’incentrasse su storie lasciate ai margini dai media di massa, ed è così che è nata Nawart. Sapevamo anche che, per far capire agli altri le nostre intenzioni, dovevamo esporci con un progetto giornalistico comune, che rispecchiasse quanto più possibile la nostra visione della vita e della professione, assieme al nostro esser donne, ed ecco perchè The Railway Diaries.
Perché il crowdfunding e perché voi?
Perché crowdfunding significa partecipazione collettiva a un progetto ed è venuto naturale avvicinarsi a questo sistema di finanziamento alternativo.
Perché è con voi e per voi che Nawart nasce e cresce.
Perché in questo periodo storico è importante mettersi in gioco in prima persona, credere in un’idea e condividerla con chi crede che ancora sia possibile realizzare progetti indipendenti e di qualità. Questo è un viaggio che farete direttamente con noi, attraverso diari aggiornati, foto, articoli e testimonianze che vi gireremo in presa diretta e senza filtri.
Tutti i soldi che raccoglieremo serviranno per coprire le spese di viaggio, nessun compenso verrà distribuito con questa operazione, e più il progetto raggiungerà un budget importante tanto più sarà possibile addentrarsi nel profondo delle culture che man mano incontremo lungo la strada.
La somma che raccoglieremo con il crowdfunding ci servirà per partire e, assieme agli accordi con le testate italiane e internazionali, è la somma che ci permetterà di coprire le spese vive del viaggio.
Nawart Press – Il progetto giornalistico
Nasce a tutti gli effetti l’8 marzo 2015 da un’idea formulata a dicembre da tre giovani giornaliste freelance dai percorsi personali e professionali diversi ma complementari.
Era una serata come tante al Cairo quando Giulia, Costanza ed Eleonora si riunirono sulla terrazza di casa e, sorseggiando una birra, ebbero un’epifania: “Perché non far fruttare l’esperienza individuale intrapresa nel campo, per realizzare qualcosa di nostro, un progetto che davvero rappresenti la nostra personalissima idea di fare giornalismo senza doversi adeguare ai soliti schemi e stereotipi?”, si domandavano le tre.
Giulia e Costanza si erano fatte le ossa a ZeerNews.com, e avevano bene in testa i punti di forza e debolezza del lavoro di gruppo; Eleonora si faceva vanto del suo procedere per il mondo da sola ma, sotto sotto, non aspettava altro che trovare le compagne giuste con le quali mettersi in gioco. Nonostante avessero già collaborato con testate come (The Atlantic, Limes, Repubblica o Middle East Eye), la crisi dell’editoria dava molto filo da torcere in termini di compensi.
Nawart è un collettivo di giornalisti indipendenti che, per il puro spirito di chi l’ha fondato e che ha sempre sentito il mondo come la sua casa, è agli affari esteri che guarda. Nawart in arabo egiziano è un’espressione molto bella, poetica e quasi lirica, che significa “tu illumini” e nei giorni nostri è usata a sfinimento per ritornare un complimento alla persona che l’ha reso, facendola sentire grata, e amata.
Per noi “nawart” significa mettere il nostro lavoro di giornaliste al servizio di persone e storie cui raramente è dato un volto o una voce, “illuminandole”, per farle sentire considerate, apprezzate e, perché no, anche amate.
Per info:
redazione@nawartpress.com
http://www.nawartpress.com/
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