La luna, il dito e lo stolto

Il problema non è l’assenza di Mare Nostrum: servono modi legali per entrare in Europa e richiedere asilo

 

di Francesca Tomasso

Quando l’uomo indica la luna, lo stolto guarda il dito, recita un proverbio cinese. Domenica una carretta del mare si è capovolta al largo delle coste libiche e i passeggeri, forse 700, sono finiti in acqua. I soccorsi erano già in arrivo, ma i superstiti sono solo 28. Un sopravvissuto dice che in realtà le persone a bordo erano 950, alcune si sono fatte la traversata chiuse nella stiva ed è per questo che non comparivano nelle prime stime e che non hanno avuto vie di scampo quando l’imbarcazione si è capovolta. Neanche i cadaveri sono stati ritrovati, la “Bruno Goretti” italiana ne ha recuperati solo 24. Si stimano tra i 700 e i 900 morti, nessuno sa con esattezza. Questo rappresenta la luna del proverbio cinese di prima.

Dappertutto ho letto di come la colpa di queste morti senza senso sia delle politiche europee, sorde e cieche di fronte alla mattanza sistematica nel Mediterraneo e credo che le responsabilità dell’Unione Europea nel gestire – male – questo argomento siano infatti innegabili. C’era un programma per il pattugliamento delle acque, dalle coste italiane fino quasi alle coste libiche e per il soccorso delle imbarcazioni in difficoltà, il Mare Nostrum, che ha funzionato per un anno, dal 2013 al 2014. Era un programma intelligente e ben pensato, che tra l’altro ha fatto arrestare quasi 400 scafisti, ma costava 9 milioni di euro al mese. Ora esiste Triton, più piccolo, più snello, più economico ma soprattutto con un altro mandato, cioè quello di controllare le frontiere marittime, intese come confine esterno dell’Unione. Triton non può salvare tutti, e in realtà neanche deve perché la sua ratio è un’altra, ed è quella che ha in comune con l’agenzia europea che lo attua, Frontex, l’agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne dell’Unione.

E questo è il dito a cui erroneamente tutti stiamo guardando cercando di capire il perché di tanti morti in mare. Qual è allora la luna? La luna sta nel fatto che Mare Nostrum, o meglio la sua assenza, sono solo una piccola parte del problema.

Non ci devono essere più imbarcazioni malmesse, sovraccariche di persone in fuga che attraversano il mare, non ci devono essere più scafisti e trafficanti. Non deve più esserci bisogno di un Mare Nostrum perché pattugliare il mare per salvare le imbarcazioni in difficoltà deve essere un’operazione di routine effettuata dalla Guardia Costiera, non un dispiegamento militare mastodontico per “fare quel che si può”.

Credo sia insostenibile e angosciante come l’unico modo per arrivare in Europa, oltre che con un visto rilasciato da un’ambasciata, sia attraverso il mare. In caso di emergenza, di disastro, di guerra civile, non ci sono modi legali per andarsene. Certo non tutte le persone su quella nave, domenica, venivano da situazioni così estreme, non tutti erano richiedenti asilo, ma anche per chi vive nelle emergenze, in Siria, in Libia, in Somalia non c’è un modo sicuro (e magari anche legale) per uscirne.

O meglio, sulla carta esistono dei modi, il legislatore li ha pensati (e anche bene) ma non sono in vigore. Ce ne sono diversi e servono a garantire ai (futuri) richiedenti asilo che scappano da una guerra, da una persecuzione, un accesso legale in un territorio sicuro, senza morire in mare. E infatti non possono essere usati dai migranti economici, cioè per tutti quelli che lasciano il proprio paese per trovare un lavoro per esempio, i cui mezzi per arrivare in Europa (o in Italia) rimangono i visti.

Vediamo quali sono i modi legali e non pericolosi per arrivare in Europa per chi vuole chiedere asilo.

L’asilo diplomatico. È l’asilo concesso da uno Stato nelle proprie sedi diplomatiche o consolari. Nasce nel XVI secolo quando le missioni diplomatiche diventano permanenti, e con esse anche l’inviolabilità della residenza dell’ambasciatore, ma rimane uno strumento “eccezionale”, non codificato nel Sistema Europeo Comune di Asilo (SECA, CEAS in inglese). La decisione di dare asilo rimane discrezionale e soprattutto politica.

La Protected Entry Procedure, ovvero la Procedura di Entrata Protetta. Il concetto è lo stesso dell’asilo diplomatico, con la differenza che non ha natura eccezionale, ma ordinaria. Richiedere l’asilo in una sede diplomatica può essere normalmente codificato e inserito nella legislazione nazionale del paese che decide di attuarlo, come hanno fatto, per un periodo, Spagna, Olanda, Danimarca, Austria. La Svizzera non ha ancora eliminato questa possibilità.

Humanitarian Evacuation Operation, HEP, corridoi umanitari. Sono operazioni umanitarie, vengono attivate quando ci sono situazioni di grave crisi, come per esempio una guerra civile. Alcuni stati, in questo caso mettiamo europei, possono decidere di accettare quote di persone in fuga da quei territori.

Visti con validità territoriale limitata. Possono essere rilasciati su basi umanitarie, di interesse nazionale, obblighi nazionali, nel caso in cui le condizioni per ricevere un visto Schengen non fossero soddisfatte. Il visto con validità territoriale limitata vale 3 mesi e permette di stare nel paese che lo ha rilasciato e di attraversarne altri.

Ricordo anche che ogni paese ha la piena libertà di concedere l’entrata sul proprio territorio, senza visto, a chiunque ritenesse necessario.

Possiamo accettare e affermare che questi sono strumenti che vanno perfezionati e affinati, così come che bisogna, per esempio, trovare un modo affinché le ambasciate dei paesi europei non vengano sommerse da richieste d’asilo nelle rappresentanze dei paesi in guerra. Possiamo accettare che si faccia di tutto affinché avvengano dei veri controlli di nazionalità, per esempio se si concede l’ingresso ai cittadini siriani, che questi lo siano effettivamente. Possiamo iniziare da questo. Quello che non possiamo accettare è che le cose rimangano come sono.

Le motivazioni umanitarie non sono tutto: il giro d’affari della criminalità organizzata che si occupa di organizzare i viaggi nel Mediterraneo per i migranti, secondo una stima fatta per l’Espresso nel 2012, si aggira intorno ai 3 miliardi di euro solo per l’anno precedente.

Creare modi legali per entrare in Europa per chi vuole chiedere asilo vuol dire strozzare questo tipo di business e le organizzazioni criminali che lo praticano, vuole dire ridurre le entrate per gli scafisti, ma vuole soprattutto dire ridurre il numero delle persone che lasciano la vita nel Mediterraneo.

Questa è la luna che dobbiamo guardare.