#70 liberazione: i sentieri

Percorsi e itinerari tra città montagna, per ripercorrere con i propri piedi (o ruote) le vicende della Resistenza

di Giulia Bondi
[foto: Cicloturista Partigiano, Istoreco, Istituto storico di Modena]

“Per addestrare i non montanari li facevamo marciare per ore sotto agli zaini pieni di fagioli (i comitati erano insuperabili nel rifornirci di fagioli), benché in certi momenti mi sembrasse che la cosa servisse piuttosto a sfiancarli che altro”.
Così nei “Piccoli maestri”, con l’ironia che pervade tutta la sua opera, Luigi Meneghello descrive le lunghe marce in montagna delle brigate partigiane. “Chi non vuole chinare la testa con noi prenda la strada dei monti”, scrive Italo Calvino nella sua celeberrima poesia, poi musicata, “Oltre il ponte”. Una sepoltura “in montagna” è anche quella che desidera il partigiano-voce narrante di “Bella ciao”. E gli esempi potrebbero essere infiniti.

Tra i modi per rievocare e conoscere la storia della Resistenza nel Settantesimo anniversario della Liberazione, nel momento in cui i testimoni oculari e i protagonisti di quel periodo sono sempre meno numerosi, fioriscono sentieri e itinerari partigiani.

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Chi non vuole indossare gli scarponcini, può camminare anche in città, informandosi su siti web come quello del progetto milanese Mi4345 – Topografia della Memoria, oppure scaricando le applicazioni per smartphone Resistenza mAPPe con itinerari in tutti i capoluoghi di provincia dell’Emilia-Romagna.
Per chi invece ha voglia di camminare in mezzo alla natura, con lo zaino magari non così pesante come quello dei partigiani, Alpi e Appennini offrono decine di escursioni di diversa durata e difficoltà.
Dai fratelli Cervi al “sentiero della scelta”, dal “sentiero degli alleati” a quello della “solidarietà montanara”, l’Istituto storico della Resistenza di Reggio Emilia ne ha censiti e segnalati 15 in una pubblicazione e nell’omonimo sito web: “Sentieri Partigiani”.

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“Solo tornando sui luoghi di queste storie si può comprendere quel desiderio di giustizia che ha spinto i partigiani a combattere. Ascoltare i luoghi per capire la scelta di divenire partigiano, le sofferenze che essa ha comportato, la paura della morte, le speranze di un futuro diverso, fatto di uguaglianza. Un sogno da costruire con la forza della ragione e della solidarietà che nasceva da un gruppo di uomini e donne liberi”, spiega l’introduzione del sito internet reggiano. Da 23 anni, inoltre, Istoreco propone, all’inizio di settembre, la camminata collettiva dei Sentieri Partigiani per ascoltare insieme storie e testimonianze, respirando l’atmosfera dell’Appennino Reggiano e immaginando quella dei venti, duri mesi della Resistenza.
Anche la Provincia di Piacenza ha curato una cartografia dedicata alla Resistenza, mentre tra Valle D’Aosta, Piemonte e Liguria il progetto europeo “La memoria delle Alpi” ha consentito di attrezzare con segnaletica a tema una rete di sentieri che si estende anche alla regione francese del Vercors. Nel cuneese si cammina tra i percorsi di Duccio Galimberti e quelli della Brigata Rosselli, mentre la Langa astigiana è il cuore delle zone descritte da Beppe Fenoglio e Cesare Pavese.
Non si cammina soltanto al nord: “Il sentiero della libertà” in Abruzzo, ai piedi e attraverso la Majella, rievoca in un percorso di tre giorni la via di fuga di migliaia di prigionieri alleati e di giovani ribelli, nell’Italia divisa dalla Linea Gustav.
La guida di Diego Marani “Sentieri partigiani in Italia” edita da Terre di Mezzo propone, oltre ad alcuni dei percorsi già citati, trekking in Val D’Ossola, nella zona di Marzabotto e Monte Sole, e correda i percorsi con utili consigli per i camminatori meno esperti. Una raccolta di escursioni a tema seconda guerra mondiale, ma tutte di un giorno, è anche nel nuovo (e patinato) “I sentieri per la libertà”, iniziativa editoriale del Club Alpino Italiano in collaborazione con RCS.

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Sentieri partigiani selezionati dallo scrittore e camminatore Enrico Brizzi sono invece la proposta di “Meridiani Montagne”, che al Settantesimo della Liberazione dedica un numero speciale.
Escursioni in val Susa, val Pellice e valli di Lanzo, sulle tracce dei partigiani, le propone anche l’informagiovani di Torino, che alla descrizione delle tre escursioni accosta proposte letterarie come il “Diario partigiano” di Ada Gobetti:

“Si trattava ora d’attraversare, a mezza costa, il vallone di Rochemolles, e di raggiungere un valico da cui saremmo passati nella Val Fredda. Per un tratto procedemmo abbastanza spediti; poi tramontò la luna e avanzare al buio divenne molto più difficile; bisognava andar cauti, perché i tedeschi non eran molto lontani, la pista non era segnata e, se ci perdevam di vista, non potevamo chiamarci”.

Un censimento degli itinerari della memoria curati dalla rete degli Istituti storici della Resistenza si trova poi sul sito dell’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione: Italia Resistenza.
Per tornare all’Emilia-Romagna, il sito Resistenza mappe propone anche un itinerario appenninico che parte da Cà Malanca, luogo di durissimi scontri tra tedeschi e 36esima Brigata Garibaldi, e arriva risalendo gli Appennini verso ovest fino alla Val Tidone, provincia di Piacenza, attraversando luoghi più o meno noti della lotta partigiana e della feroce “guerra ai civili” condotta dai nazifascisti per tentare di togliere ai “ribelli” l’appoggio della popolazione.

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Non itinerari strutturati, ma un interessante censimento “dal basso” delle lapidi e dei segni di memoria lungo le strade della penisola, quello del progetto in progress “Pietre della Memoria” nel quale la Fondazione Anmig coinvolge le classi scolastiche e i loro insegnanti.

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Meno ricca, per il momento, la proposta di itinerari ciclistici dedicati alla lotta di Liberazione e alla Resistenza. In molti territori esistono percorsi ad anello per mountain bike simili a quelli proposti per i camminatori, ma per itinerari di più giorni aspettiamo l’evoluzione di progetti come Cicloturista Partigiano. E, naturalmente, le segnalazioni dei lettori di Q Code Magazine per le proposte interessanti di cui non siamo venuti a conoscenza.