Il Comune di Bologna ha scelto: infrange l’articolo 5 del Piano casa di renziana fattura nel nome del diritto universale all’acqua.
La storia che leggerete qui sotto è stata scritta e raccontata dai microfoni di Radio Città del Capo di Bologna. È paradigmatica nella sua semplicità. E non è ancora chiusa del tutto. Ma il gesto politico della Giunta di Bologna è un dato politico.
Bologna. Alle 8.30 di lunedì 27 aprile gli operai di Hera si sono presentati in via Mario de Maria, in Bolognina. “Stanno lavorando per far tornare l’acqua nell’occupazione. Ci dicono che entro sera l’acqua uscirà di nuovo dai rubinetti del palazzo”, spiegano gli attivisti di Social Log, il collettivo che nel marzo 2014 ha occupato, assieme a circa 50 persone, uno stabile al civico 5 di via de Maria. Il ritorno dell’acqua nell’occupazione è merito dell’ordinanza urgente firmata dal sindaco Merola che ha preso atto dell’emergenza sanitaria creatasi nell’edificio di 5 piani dove vivono 79 persone, tra cui 24 minori.
Il palazzo, di proprietà privata e inutilizzato da anni, era stato occupato nella primavera dell’anno scorso. A inizio novembre è arrivato il taglio dell’acqua, in parte tamponato dal Comune che ha chiesto a Hera di occuparsi della questione rifornendo quasi giornalmente gli occupati con dei bidoni. Oggi la svolta, con l’intervento degli operai deciso dal sindaco. Nell’ordinanza di tre pagine si prende atto dell’articolo 5 del Piano casa “che stabilisce che gli occupanti abusivi non possono richiedere l’allacciamento a pubblici servizi di energia elettrica, gas, servizi idrici e telefonia fissa”, ma si dice anche che questo divieto costituisce “un serio pericolo per la tutela della loro igiene e per la sanità pubblica, non potendo queste persone provvedere alla cura e all’igiene personale, oltre alla ancora più grave esposizione al pericolo delle persone fisicamente più deboli”. Insomma, tra l’articolo 5 e la tutela della “salute e dell’integrità fisica” degli occupanti, sindaco e giunta scelgono la seconda. Dell’ordinanza sono stati preventivamente informati questore e prefetto.
“E’ stato inevitabile arrivare a questa ordinanza considerando che il sindaco ha anche una responsabilità sanitaria, ma in tutto questo c’è anche un significato politico – commenta l’assessore al welfare del Comune di Bologna Amelia Frascaroli – Inanzitutto l’ordinanza riafferma che l’acqua è un bene primario, un diritto fondamentale che non si può togliere a nessuno per nessuno motivo, anche se una persona compie un’azione illegale come un’occupazione. L’ordinanza scavalca anche l’articolo 5 del Piano Casa, un articolo infame. Mi spiace che un governo di centro sinistra lo abbia approvato”.
Questa mattina a Sulla bocca di tutti abbiamo intervistato l’assessore Amelia Frascaroli e due occupanti del palazzo in via Mario de Maria, Hicham e Alima. “Tutti i giorni riempiamo sei o sette bidoni – spiega Alima – ma l’acqua non basta mai, soprattutto per i bambini”. Poi c’è il problema del lavarsi. Presa dai bidoni l’acqua deve essere scaldata, e Alima usa il bollitore. “Per farsi una doccia bisogna scaldare acqua per almeno mezzora”.
“L’immobile di proprietà della società Mario De Maria Srl di Bologna – si legge in un comunicato del Comune di Bologna – è stato oggetto di un’occupazione abusiva il 6 marzo 2014 da parte di alcuni nuclei familiari. A seguito dell’occupazione Hera ha dovuto interrompere l’erogazione dell’acqua potabile,su richiesta della proprietà, in base all’art. 5 del decreto Lupi, e questo, in relazione alla presenza di soggetti deboli, desta preoccupati allarmi sui potenziali rischi in ambito igienico sanitario. Nell’edificio a oggi sono infatti presenti 22 minori di età inferiore a 10 anni, a cui si aggiungono quattro neonati nati tra novembre e dicembre 2014 e altri due nati in questi giorni, tre persone con gravi disabilità fisiche e sei anziani over 75. Dato che gli occupanti abusivi non possono richiedere l’allacciamento a pubblici servizi di energia elettrica, di gas, di servizi idrici e telefonia fissa, e che la mancanza d’acqua potabile costituisce un serio pericolo per la tutela della loro igiene e per la sanità pubblica, il Sindaco ritenendo quello all’acqua un diritto fondamentale, soprattutto a fronte alla presenza di soggetti deboli, ha ravvisato la necessità di prevenire il verificarsi e il diffondersi di pericoli per la salute con un’ordinanza che richiede ad Hera di riallacciare il servizio”.
“Crolla un pezzo di articolo 5 a Bologna! Con un’ordinanza viene riallacciata l’acqua ai palazzi occupati di via Mario de Maria!”, esulta su facebook il collettivo Social Log. Gli attivisti elencano “le iniziative di lotta contro l’articolo 5 si sono succedute con grande intensità tra nuove occupazioni abitative, presidi, campagne di sensibilizzazione, e occupazioni degli uffici competenti dell’amministrazione e dell’azienda erogatrice dei servizi. Le Marce della Periferia e della Dignità, e non ultima la Prima Assemblea Popolare per il Diritto alla Casa di domenica scorsa, hanno prodotto effetti importanti che stanno dando nuova forza alla battaglia del Comitato Inquilini Resistenti contro gli sfratti e le istanze sollevate dalle occupazioni abitative”. Per questo Social Log considera l’ordinanza del sindaco Merola una “conquista collettiva importante, risultato delle mobilitazioni che hanno coinvolto negli ultimi mesi migliaia di occupanti, inquilini in lotta e tantissimi solidali. Nei fatti è il primo atto di un ente locale dal giorno dell’attuazione del Piano Casa che va in esplicita controtendenza con l’articolo 5, riconoscendo il problema socio-sanitario provocato da quello scellerato decreto che toglie il diritto all’acqua e alla residenza alle persone costrette ad occupare per necessità”.
Aggiornamento ore 19.00 del 27 aprile:
L’allaccio dell’acqua è stato rimandato di 24 ore per l’opposizione, fisica, di uno dei proprietari dello stabile Enio Baschieri. L’uomo non è nuovo ad episodi del genere e già in passato si era presentato all’occupazione creando momenti di tensione.
Baschieri si è opposto ai lavori e il Comune ha deciso di rimandare l’applicazione dell’ordinanza, perché era già previsto per domattina un’incontro con il proprietario. Se anche non si arrivasse un accordo, assicura l’assessore Frascaroli, l’acqua verrà comunque riallacciata. I lavori sono stati quasi completamente eseguiti, ci dicono gli occupanti, manca solo l’apertura del rubinetto centrale.