Conservatori soli al comando

di Angelo Boccato, da Londra

Il Tory Party guidato dal premier uscente David Cameron ha conquistato la maggioranza assoluta alla camera dei comuni con 331 seggi su 650. Un risultato che influirà sul futuro politico di tutto il regno

Le elezioni più importanti in una generazione del Regno Unito sono passate, stravolgendo le previsioni della data section del Guardian, del sito di ricerca elettorale del New Statesman, May 2015 e di You Gov.
Il Paese, al suo risveglio oggi, vede i Conservatori con una schiacciante maggioranza di seggi, 331 su 650, e senza il bisogno di formare coalizioni, mentre i loro ex compagni di coalizione, i Lib-Dems hanno visto i loro seggi scendere dai 57 del 2010 ai 10 di oggi; lo stesso Nick Clegg ha mantenuto il suo seggio e ha abbandonato la guida del partito.

I laburisti di Ed Miliband vengono accusati di aver interpretato un messaggio anti-business e hanno incontrato l’ostilità del business inglese, oltre che di gran parte dei media britannici.

In Scozia poi, tradizionale roccaforte laburista, il partito di opposizione e stato travolto dalla non sorprendente e straordinaria ascesa dell’SNP, costata i seggi a figure importanti del partito come Jim Murphy e Douglas Alexander.
Da un’altra prospettiva il Labour, come nel caso scozzese viene accusato di aver perso per non aver abbracciato I suoi valori storici; a nord del confine l’ SNP di Nicola Sturgeon ha canalizzato l’ intento di opporsi alle politiche di austerità dei Conservatori.
Avremo modo di leggere molto in questi giorni su dove potrà orientarsi lo UKIP di Farage ora che il suo leader ha perso un seggio e di come i Conservatori saranno ora liberi di perseguire il taglio del deficit in modo ancora più radicale senza il bisogno di negoziazioni con i Lib-Dems, ma cosa si muoverà sul terreno, a livello sociale?
Di recente, l’assemblea This Changes Everything a Londra, ispirata dal libro di Naomi Klein ha lanciato il segno e la necessità di un forte movimento ambientalista, concretizzatosi nel successo dei Verdi che hanno confermato il seggio di Caroline Lucas a Brighton Pavillion.
Il Green Party, guidato da Natalie Bennett, inglese di natali australiani ed ex giornalista ha visto negli ultimi mesi una crescita esponenziale che lo ha portato a superare Lib-Dems e UKIP in quanto a iscritti.

I Greens sono riusciti a incanalare, oltre alle speranze ambientaliste, anche politiche progressiste e contrarie alla austerità, attirando in tal modo l’interesse di movimenti sociali, oltre che di tanti giovani sempre più disillusi dai partiti tradizionali.

Il Paese dipinto dalle elezioni emerge come fortemente virato a destra, Euroscettico e/o Eurofobico, confidente dai dati economici e pronto a un referendum nel 2017 sulla permanenza nella Unione Europea; un simile referendum inoltre, considerando i risultati del partito di Sturgeon porterebbe molto probabilmente gli scozzesi a un nuovo referendum, considerando la loro attitudine piu europeista e la avversione alle politiche dei Tories.
Dal punto di vista sociale, uno dei fronti maggiori lo si può visionare nei movimenti per la casa e contrari alla gentrification, in particolare a Londra.

Dalla Marcia per le case alla campagna Focus E15, New Era Estate, Aylesbury Estate, fino al movimento Reclaim Brixton, volto a reclamare il quartiere di South London che ha dato i natali a David Bowie, Paul Simonon dei Clash e Skin dalla folle speculazione immobiliare, vi e un crescente attivismo sociale finalizzato a contrastare la ‘parigizzazione’ della Capitale, con i meno abbienti costretti a spostarsi in zone sempre più periferiche o a lasciare del tutto Londra.

Il Sistema elettorale, maggioritario uninominale secco inoltre viene chiamato in causa, in un Sistema che appare sempre più frammentato e dove la rappresentazione elettorale tende a non dare riscontro.
La lotta per preservare l’ NHS (Sistema sanitario Nazionale) pubblico e al riparo da selvaggi tagli di spesa, I movimenti a favore della tutela di migranti e rifugiati politici (il Regno Unito ospita le maggiori strutture detentive per migranti della UE e questi possono essere detenuti a tempo indeterminato), il contrasto al TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), oltre all’attivismo studentesco sono solo alcuni dei gruppi pronti a mobilitarsi nei giorni, mesi e anni a venire.
Dal basso, questo esito elettorale sembra molto diverso e ora bisogna chiedersi se questa galassia potrà nel tempo a venire fornire una piattaforma radicale e progressista a livello sociale, in un Paese volto a rinchiudersi in se stesso e a ignorare le profonde e crescenti diseguaglianze che purtroppo non vengono contate nel PIL.

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