che quotidianamente creiamo e consentiamo ad altri
di utilizzare. In un webdoc coinvolgente e sorprendente
Cosa sono i big data, come li creiamo e a cosa possono servire. Chi li raccoglie, come li usa e quanto profitto ne trae. Quali opportunità e rischi sono ad essi collegati.
Sono solo alcune delle questioni, cruciali per il nostro presente e soprattutto per il nostro futuro, che Do not track, uno splendido webdoc prodotto da Upian, Onf, Arte e Bayerischer Rundfunk, sviscera e approfondisce in una lunga serie di episodi, di cui gli ultimi verranno presto diffusi.
Tra interviste a esperti della materia e curiose immagini di repertorio, casi concreti raccontati da cittadini comuni e esempi strampalati (come la correlazione tra il numero di persone che muoiono cadendo in piscina e quello delle apparizioni cinematografiche di Nicholas Cage) Do not track si lascia navigare in maniera coinvolgente e mai banale.
Disponibile in inglese, francese e tedesco, arricchito da una sorpresa finale che lascia attoniti, Do not track è uno strumento assolutamente consigliato per cercare di nuotare con più consapevolezza nel mare dei big data. O almeno, per non affogarci.
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