di Elisabetta Demartis e Sandro Bozzolo
Nella seconda tappa di Agritools si parla di giovani e agricoltura, con gli esperti del Technical Centre for Agricultural and Rural Cooperation (CTA) di Wageningen (Olanda), un centro di ricerca/azione tra i più importanti sulla scena mondiale, per quanto concerne il settore delle nuove tecnologie per l’agricoltura
«La scommessa passa attraverso le nuove generazioni». È questo il mantra che si sente ripetere un po’ ovunque, tra le scrivanie degli uffici di chi si occupa di progetti di sviluppo relativi all’agricoltura in Africa. Il continente rappresenta uno spazio di crescita enorme, per la produzione di alimenti ad uso interno o destinati all’esportazione, ma la vera sfida passa sulla sostenibilità nel lungo periodo di ogni politica agricola.
Non sorprende, quindi, che sotto lo sguardo incrociato dei responsabili di queste politiche ci siano i giovani.
Ken Lohento, coordinatore del programma ICT4D al CTA, è un ricercatore che da anni lavora per comprendere come migliorare il settore agricolo tramite l’utilizzo delle ICT. La sua testimonianza è stata fondamentale per capire come queste possano rappresentare una valida soluzione per promuovere il lavoro nell’agricoltura per i giovani.
Nelle aree rurali spesso l’agricoltura viene vista come un ripiego, un’attività di sussistenza che non può portare a un miglioramento effettivo della propria condizione sociale. Il primo passo quindi sta nel ripensare l’intera filiera della produzione agricola, promuovendo progetti innovativi capaci, in alcuni casi, di eliminare l’intermediazione dei cosiddetti «middle men».
Questi ultimi – generalmente intermediari commerciali – sfruttano la condizione di ignoranza dei lavoratori delle zone rurali, acquistando i loro prodotti a un prezzo inferiore rispetto a quello del mercato e rivendendoli a un prezzo nettamente superiore, speculando sul lavoro dei contadini. Le ICT possono offrire una soluzione a questo gap di conoscenza, fornendo informazioni in tempo reale ai contadini riguardo i prezzi del cibo sul mercato tramite SMS, esulando quindi dal bisogno di avere una connessione internet.
Un ulteriore problema sta nell’interpretazione che gli stessi utenti danno al settore primario. Agricoltura viene intesa soprattutto come il processo di produzione diretta dei prodotti agricoli, sottovalutando un indotto che è determinante per la sopravvivenza di un intero settore economico, e che potrebbe presentare nuove occasioni per i giovani.
Nel tentativo di attrarre la popolazione giovanile verso il cosiddetto agribusiness, alcune organizzazioni – tra le quali lo stesso CTA di Wageningen – stanno implementando soluzioni innovative, che si propongono di rendere “cool” un settore tradizionalmente bistrattato da chi ha inseguito la ribalta di una modernità urbana.
Per questo sono nati veri e propri contest, rivolti soprattutto a giovani programmatori e imprenditori interessati alla creazione di startup, che sappiano combinare tecnologia e agricoltura.
Si tratta di una sperimentazione interessante, nella quale non è difficile individuare quella matrice di pensiero nord-europeo (in questo caso, olandese), che da anni dimostra una certa sensibilità nei confronti di un approccio innovativo alla terra. Le problematiche in questa sfida, in fondo, non cambiano: dall’Europa all’Africa, chi si avvicina da profano al mondo dell’agricoltura scopre una complessità in precedenza ignorata. Per questo motivo, come sottolinea Ken Lohento, sono importanti sinergie tra competenze diverse, in una relazione reciproca nella quale tecnologia e agricoltura riescano finalmente a porsi l’una al servizio dell’altra.
Agritools è un progetto finanziato dall’European Journalism Center, con il supporto della Bill & Melinda Gates Foundation.
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