di Chiara Catenazzi
Pomeriggio di domenica 7 giugno, Alpe Colle. Grazie alla collaborazione con Librarsi Spalavera e con la famiglia Cesareo, la sezione OFF di Letteraltura ha dato vita al primo degli eventi dedicati ad incontri in vetta con gli autori: “Giovanni Cesareo. Il sistema dei media, i media come sistema”.
Infatti, arrivato alla sua nona edizione, il festival del lago Maggiore di montagna, viaggio e avventura dedica uno spazio particolare ad alcune associazioni ed attività, in gran parte giovanili, che si sono dimostrate presenti e impegnate sul territorio.
Librarsi Spalavera è una di queste realtà. Grazie all’amore per la cultura del libro e della letteratura questo progetto, voluto da Marco Tosi e Filippo Terzi, si trasferisce durante la stagione estiva in alta quota, dove oltre all’apertura del mercato del libro usato, dal venerdì alla domenica, diventa centro culturale e punto d’incontro per la comunità, all’insegna dell’arte e del sapere, ma anche della condivisione e della riscoperta dei nostri luoghi.
Proprio in questo contesto e con questo spirito, quella di domenica è stata una giornata in montagna in memoria di Giovanni Cesareo, recentemente scomparso. Una giornata dal clima in tutti i sensi armonioso: vi hanno partecipato molti amici, persone che lo avevano incontrato ed amato dal punto di vista professionale e personale, ma anche diversi giovani interessati a quello che è stato un pioniere in diversi campi di ricerca.
Rossella Bertolazzi ha accolto gli ospiti, introducendo Francesco Siliato e Clelia Pallotta. Amici e colleghi di Giovanni in diversi contesti professionali, lo hanno raccontato attraverso i propri ricordi, leggendo anche alcuni passi delle sue opere. Entrambi considerano Cesareo «un ispiratore, un maestro» nonché «uno scopritore di talenti in grado di dare fiducia, capace, con un atteggiamento di umiltà, di aprirsi agli altri ponendosi sempre sul piano dell’empatia e della curiosità». É poi seguito un dialogo ricco di spunti che ha annoverato l’intervento di Erica Arosio, Giuseppe Barile e Pat Carra tra gli altri.
Questa cornice un po’ bucolica sarebbe probabilmente piaciuta a Cesareo, intellettuale d’altri tempi nei modi, ma moderno nel pensiero, che ha passato gli ultimi anni della sua vita in una sorta di buen retiro nella casa di famiglia di Pollino, piccola località sospesa tra il lago e le montagne, dove la compagna Rossella, aveva trascorso le vacanze della sua gioventù.
Così la storia di questo personaggio intreccia il filo conduttore dell’ultima edizione di Letteraltura, il tema del ritorno. Giovanni era nato a Palermo nel 1926 e aveva vissuto a Roma ed a Milano, ma dal 2005 aveva voluto trasferirsi sul lago, luogo di nascita della compagna. Non si tratta dunque di un ritorno alle proprie origini, ma a quelle della persona cara. Anche questa volta il ritorno è riscoperta, ma allo stesso tempo è scoperta e conoscenza profonda, l’arrivo non è sempre dove c’era la partenza ma, in una prospettiva più ampia, è ricerca di una dimensione essenziale e primaria dell’esistenza.
Giovanni aveva svelato se stesso nella quotidianità e nella semplicità della vita di questo piccolo paese, distante dalla routine frenetica e caotica della città, che a questo luogo era connessa, a tratti e con fatica, solo con le nuove tecnologie della comunicazione delle quali fu uno dei primi studiosi. Cesareo era, ed è ancora considerato, uno dei massimi esperti dei media, chiamato ad insegnare all’Università di Torino, dove è stato docente di Sociologia della Comunicazione e successivamente di Teoria e Tecniche delle Comunicazioni di Massa e di Tecnica della Comunicazione Pubblicitaria al Politecnico di Milano.
Pioniere della critica televisiva in Italia, nemico dei pregiudizi, aveva trovato nella connessione con la vita la ragione della sua ricerca. Si era interrogato per primo sui mass media e sul loro funzionamento, sui meccanismi istituzionali sottostanti agli apparati dell’ideologia prodotti dall’uso delle nuove tecnologie.
La sua riflessione è stata impegnata e accorta, capace di cogliere l’effetto delle politiche di comunicazione attuate anche attraverso un determinato utilizzo dei mezzi stessi. Come ha osservato Gaetano Stucchi durante l’incontro intitolato “Media, mente, cuore” dedicato a Giovanni e tenutosi recentemente a Roma in quello che sarebbe stato il giorno del suo compleanno, ci manca un suo pensiero sulle nuovissime forme di comunicazione, che continuano a rivoluzionare il sistema dello scambio di informazioni e dei modi di socializzazione.
Cesareo è sempre stato aggiornato, affascinato e attratto dalle nuove tecnologie, ed ha riservato loro un approccio attento e analitico. Un esempio è la sua apertura nei confronti di movimenti della controcultura degli anni ’80, legati alla scena cyberpunk, alla libreria Calusca e alla casa editrice Shake. Questo rivela un’ altra qualità di Giovanni, la sua volontà di capire le nuove generazioni, di prestare attenzione ai giovani sia dal punto di vista culturale e politico che da un punto di vista personale, come ricordano le persone che lo conoscevano bene.
Probabilmente proprio la sua capacità di ascolto gli ha reso possibile comunicare con un pubblico di questo tipo. Difatti, come ha ricordato Siliato, da lui chiamato ad insegnare al Politecnico di Milano, rapportandosi con i suoi studenti Giovanni «riusciva ad annullare la distanza che sta nelle cose», e come ha sottolineato Pallotta «non temeva la competizione dei giovani, amava circondarsi di studenti capaci e laboriosi. Con molta generosità li ha sempre incoraggiati».
Ciò che sappiamo di lui quindi, questa attenzione ed apertura ai giovani, insieme al suo eclettico interesse per il mondo della comunicazione (cinema, giornalismo, mondo delle riviste specialistiche dedicate a diverse tematiche, istruzione), nel quale fu sempre antesignano, ci fa pensare che iniziative come quelle di questa domenica gli sarebbero piaciute e lo avrebbero visto partecipe.