#ThisIsACoup #NotInMyName

Qui il rapporto di forza è già visto: punire per educare e suona a tempi bui.

di Angelo Miotto
@angelomiotto

Aggiornamento: l’accordo è fatto, Tsipras dovrà convincere i suoi ad Atene: conizioni durissime con scadenze ravvicinate, demolizioni in vista, ma con un pacchetto per la crescita. Qui di seguito pubblichiamo il testo ufficiale. È la sostanza numerica e di ricaduta sociale, poi c’è il resto e cioè come ci siamo arrivati fino a qui.

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Grecia, Europa succube della Germania, Banca Centrale europea e Fondo Monetario Internazionale. La trattativa senza soste che è in corso mentre scorrono questi byte sul monitor è di una limpidità impressionante. Il gioco era molto chiaro già da tempo, ma con domenica 12 luglio tutto è stato riassunto a caratteri cubitali.

Il rapporto di forza è punire per educare, mi si perdonerà il suono ai tempi cupi e bui di un Novecento che vorremmo mai più rivedere. Ma dire ‘cedi sovranità’ a uno stato è come dichiarare una guerra sicuri di vincerla per l’assedio che soffoca e uccide. E issare la propria bandiera in cima al torrione più alto, o forse anche le teste dei governanti infilate nelle picche, così, a mo’ di esempio.

Yanis Varoufakis, che scatena simpatie e antipatie anche senza aver letto molto dik quello che scrive – incredibile, ma è così – lo ha scritto e lo riportiamo qui: nella proposta choc di Tsipras c’era l’obiettivo politico di colpire duramente il debito, con una ristrutturazione che abbordasse il tema della cancellazione almeno di una parte di esso.

I vettori di forza ieri sono stati tanti: la Francia – ma Hollande e Merkel non si erano accordati a cena o pranzo? – che viene sconfessata da Berlino, sull’Italia lasciamo stare, con un percorso indegno, la Germania grande mattatrice con il problema da tutti sollevato di cercare di essere ancroa più cattivi, per esigenze interne e per non perdere la faccia.

Lo Spiegel on line riesce a descrivere il documento dell’Eurogruppo per la Grecia come l’elenco delle atrocità.

Avete detto No, adesso dobbiamo dare un segnale ancora più duro, fra i bei vestiti e la pettinatura laccata della signora Lagarde e del FMI, che grazie alle sue ricette è riuscito a distruggere popolazioni e la spina dorsale di diverse economie, dal Latino America fino in Europa. Tsipras non può essere giudicato in un momento in cui la violenza – non è forza è violenza – di un sistema si abbatte su di lui e sul suo entourage per far capire a tutti che cosa debba essere questa Europa.

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Quindi poche le parole, ma di quelle che pesano. Che senso ha ancora questa Europa? Cosa rappresenta per te che stai leggendo, per le generazioni future, che cosa racconteremo di queste settimane, senza provare vergogna?

L’hastag che ha riunito in poche ore decine decine di migliaia di commenti su Twitter è #ThisIsACoup: è un colpo di stato. Non si può chiamare altrimenti quello che viene sostanzialmente imposto al governo greco e le stesse modalità, in cui colpiscono le parole dio sfiducia, le maniere, l’arroganza, il sentirsi superiori.
Non c’è Europa. Non si riempiano la bocca. C’è sempre e soltanto chi guida fra le nazioni, che fanno politiche di alleanza convenienti al portafogli, senza voce unica su nulla. Dai migranti ai diritti, dalla politica estera alla solidarietà necessaria per unificare davvero politiche di Stati tanto diversi per storia, momenti, capacità.

Non c’è più nessun senso, a seguire questa immonda trattativa, o i discorsi di tante persone che ancora nelle ultime ore sono capaci di dire “sai quanto mi costa il debito greco?”.
Comunque vada, con gli sforzi del negoziare per ridurre il danno, il disastro si è compiuto. Non sarà facile per Bruxelles riuscire a recuperare un’immagine dopo aver mostrato che la struttura non conta nulla, non esiste, se non nei lauti stipendi dei burocrati servi dell’euro.

Alla fine non è Grexit, il problema. Il problema sarà come faranno rientrare in un’idea mai nata e infangata milioni di persone che stasera non possono ch dissociarsi da questa Unione europea e dire: non nel mio nome, come nelle guerre. Not in my name.

Dossier Grecia, leggi qui.