Un massone racconta: non c’entriamo con la mafia

Al solo evocarla suscita dubbi e mistero. La Massoneria è una delle più potenti e chiacchierate organizzazioni esistenti in Italia.

di Flavia Zarba
Giurista e giornalista. Collabora con il centro di giornalismo di inchiesta IRPI

 

Una struttura caratterizzata dall’assenza di un profitto e di fini morali e filantropici. Ma qual è il suo profilo giuridico, visto che la Costituzione vieta le organizzazioni segrete?

Ho fatto qualche domanda a un massone che, da oltre 50 anni, appartiene all’associazione e che ha palesemente preso le distanze da intrecci, coalizioni e compromessi di ogni sorta. Ma una cosa è certa: il segreto aumenta il potere e, probabilmente, in molti preferiscono restare nell’ombra.

La Costituzione all’art.18 prevede “il pieno diritto dei cittadini di associarsi liberamente e senza autorizzazione alcuna, per fini leciti secondo la legge penale” con l’unico limite del divieto di costituire organizzazioni militari a scopo politico o associazioni segrete.

Per lungo tempo tale nozione di segretezza è stata affidata all’interpretazione del Giudice Ordinario che, solo raramente, sembra essersi espresso in maniera proibitiva. Secondo l’art.1 della legge 25 gennaio 1982 n. 17, sono infatti definite associazioni segrete quelle che, anche all’interno di associazioni palesi, occultando la loro esistenza tenendo segrete congiuntamente finalità e attività sociali ovvero rendendo sconosciuti, in tutto o in parte ed anche reciprocamente, i soci con attività dirette ad interferire sull’esercizio delle funzioni di organi costituzionali, di amministrazioni pubbliche, anche ad ordinamento autonomo, di enti pubblici anche economici, nonché di servizi pubblici essenziali di interesse nazionale.

In altri termini la non-segretezza e dunque liceità del vincolo associativo deriva dall’aver resa pubblica l’attività, lo scopo e i membri. Ne consegue che l’elenco di tutti massoni, presenti presso tutte le Prefetture, dovrebbe essere costantemente aggiornato.

 

Cosa si fa per entrare in Massoneria?

“Non si fa niente. Non si tratta di un club dove si presenta una domanda. In Massoneria si entra dopo un’attenta selezione da parte degli stessi interni: il candidato deve possedere requisiti riconosciuti, quali onestà, serietà, essere credente ed essere di buoni costumi. In altri termini l’adepto viene scelto su suggerimento di iscritti ma per aderire deve volerlo”.

Ma allora perché la Santa Sede afferma “l’incompatibilità tra l’essere cattolico e l’essere massone” disconoscendo tale connubio?

“Le determinazioni della Chiesa appartengono alla stessa: il massone deve essere credente, in caso contrario non sarebbe ammesso. La Massoneria non è in conflitto con la Chiesa, non ha mai chiuso le porte ai prelati”.

Ma cerchiamo di capire cos’è giuridicamente il vincolo.

La Massoneria è un ordinamento di tipo iniziatico. Un insieme di patti conclusi al momento dell’ammissione senza alcun atto costitutivo di natura contrattuale, una sorta di apparato normativo riconducibile alla volontà negoziale che vincolerebbe ad eseguire leggi, regolamenti e disposizioni dell’Ordine, imponendo agli adepti l’osservanza di principi etici nei rapporti con i fratelli.

Quali sono le agevolazioni offerte e qual è il ruolo della mafia?

“Agevolazioni? In Massoneria non esistono agevolazioni. La Massoneria non ha nulla a che spartire con la mafia”.

Ma allora perché i mafiosi la accettano pacificamente?

Da massone affermo che “chi presume un connubio fra Massoneria e Mafia, a qualsiasi livello, fa disinformazione” – prosegue l’intervistato in anonimato – eppure non potrebbe dirsi l’inverso visto che lo stesso PM Vella, profondo conoscitore della materia, aveva dichiarato che “il mafioso vuole diventare Massone perché entrare in determinati circoli significa avere contatti con persone che lui ritiene che gli possano offrire possibilità, favori, occasioni”. Secondo tale sillogismo pertanto il massone non è un mafioso ma il mafioso può essere un massone.

Qual è il legame con la politica?

“Non c’è compatibilità, possono esserci Massoni in politica per libera scelta individuale, una scelta così come la può effettuare un qualsiasi cittadino esprimendo i suoi diritti in uno Stato Democratico. La Massoneria non fa politica, ma non vieta la partecipazione dei suoi componenti alla vita attiva della collettività”.

La Massoneria, dunque, non dà agevolazioni, non fa in politica e non ha alcuna influenza in campagna elettorale ma allora perché decidere di entrarvi?

“Per libera scelta. Io sono stato scelto e ho aderito per curiosità. Spesso lo si fa perché, a causa della disinformazione sul tema, ci si attendono dei favori. Poi quando un presunto Massone non trova quel che credeva, abbandona la Massoneria o è sbattuto fuori dalla stessa perché i suoi principi si dimostrano ‘non compatibili’ al sodalizio”.

Lei ha mai preso parte a riti esoterici?

“La Massoneria è un Ordine iniziatico, con tutto ciò che il termine comporta però non si fa magia o altre pratiche assimilabili”.

Il Tribunale massonico.

All’interno della Massoneria vi è un organo giudicante simile a quello giurisdizionale ma che non ha nulla a che vedere con esso. In altri termini, se un Massone viola una legge interna può essere denunciato solo al Tribunale massonico e non davanti l’autorità giudiziaria. Il Massone-reo è pertanto protetto dall’omertà dei suoi fratelli e non viene denunciato dinnanzi alle autorità esterne ma solo al Tribunale massonico. Una tale regola, definibile con la sola parola omertà, permette una protezione che non ha eguali tra le associazioni lecite.

Posso scrivere il suo nome nell’intervista?

“No, preferisco che il mio nome rimanga segreto”.