Una vittoria storica

Il trionfo di Jeremy Corbyn alla guida del Partito Laburista di Londra apre nuove sfide e scenari nel panorama della politica nazionale britannica, e non solo

di Angelo Boccato, da Londra

Jeremy Corbyn: un socialista di 66 anni, dal voto ‘ribelle’ (ha votato 500 volte contro il suo partito da quando divenne parlamentare nel 1983) e il nuovo leader del Labour Party, lo stesso partito della Terza Via blairiana, che ora potrebbe invece raccogliere l’eredità politica di personalità come il compianto Tony Benn.

Il 12 Settembre Jeremy Corbyn ha trionfato sugli sfidanti Andy Burnham, Liz Kendall e Yvette Cooper con il 59% dei voti, una percentuale ben più alta di quella che vide Tony Blair guadagnare la guida dei Laburisti.

Una vittoria storica, quindi, giunta peraltro in un contesto di forte opposizione all’interno dello stesso Partito laburista e con un quasi nullo supporto mediatico, tra gli attacchi della stampa conservatrice e il supporto di quella progressista ad altri candidati (Guardian e New Statesman a Cooper, Daily Mirror a Burnham).

Il supporto al parlamentare di Islington North, a Londra, e giunto dall’energia e contributo di migliaia di volontari e migliaia di nuovi iscritti al partito, portati in dote da Corbyn.

Lo scorso sabato, in seguito alla vittoria, Corbyn ha partecipato alla chiusura della manifestazione pro-rifugiati a Parliament Square, a Londra.

Nel corso del fine settimana, il neo-leader ha strutturato il nuovo Shadow Cabinet, il Governo Ombra che si muoverà in opposizione al governo di David Cameron fino alle General Elections del 2020, un gabinetto di governo nel quale per la prima volta prevalgono esponenti femminili.

La nomina del socialista John McDonnell a Cancelliere dello Scacchiere in questo esecutivo ha lanciato un segnale molto chiaro all’establishment britannico, ovvero che si intenderà contrastare in modo effettivo e diretto le politiche economiche dettate da George Osborne nel segno dell’austerità.

Nel primo Prime Minister Question Time, Corbyn ha sottoposto David Cameron a una serie di domande ricevute dai suoi sostenitori su temi come la crisi abitativa, tema al quale il nuovo corso dei Laburisti ha promesso di dare priorità, contrassegnando l’esordio in nuova veste alla Camera dei Comuni con uno stile di rilevo.

Dal punto di vista delle intese politiche si apre un nuovo potenziale spazio di collaborazione con il Green Party, considerando il fatto che Corbyn e la parlamentare dei Green per Brighton Pavillion, Caroline Lucas, hanno spesso trovato intesa su molte battaglie politiche.

Sul piano economico, tra i principi piu ‘radicali’ della Corbynomics si colloca il Quantitative Easing popolare, l’idea di stampare moneta per stimolare domanda e spesa per infrastrutture, contrariamente al metodo tradizionale che vede lo spostamento della moneta stampata verso vari assets, optando per uno spostamento dalla sfera monetaria a quella fiscale.

Il Quantitative Easing popolare porterebbe alla creazione di una banca di investimento statale, finanziata dalla Bank of England, con il mandato di investire in edilizia popolare, energia, trasporti e progetti digitali.

In questo scenario, la linea economica del nuovo corso del Labour vedrebbe anche altre scelte di rottura con il passato come la fine della privatizzazione in molti trasporti e servizi, un aumento delle tasse per i più ricchi e una forte pressione sull’evasione fiscale, per continuare la riduzione del deficit e supportare gli altri principi di tale dottrina economica.

Dal palco della Trade Union Confederation, il più grande sindacato britannico, Corbyn ha inoltre rimarcato dove il Labour intende collocarsi politicamente, specie di fronte alla crescente tendenza anti-sindacale dei Tories, espressa anche dal Trade Union Bill, volto a ridurre il diritto di sciopero con un aumento della percentuale necessaria a indirre scioperi e una limitazione dei mezzi per farlo.

Sul fronte UE, Corbyn ha dichiarato alla BBC che i Laburisti sotto la sua guida non faranno campagna per uscire dalla Unione Europea nel referendum sulla permanenza del Regno Unito che sarà tenuto prima della fine del 2017 (potenzialmente nel 2016), allargando quindi il potenziale bacino europeista, pur sottolinenando la necessità di cambiamenti sul fronte politico e sociale all’interno dell’Unione.

La politica estera dei Laburisti è anche destinata a cambiare sotto il nuovo corso, visto il forte supporto di Corbyn per la causa palestinese, l’impegno pacifista, che si collega alla scelta sul fronte della difesa di sospendere Trident, sistema operativo di quattro sottomarini nucleari.

Il neo-leader ha inoltre dichiarato durante un’intervista alla BBC che i Laburisti sotto la sua guida non faranno Corbyn risultare davvero essere il leader più a sinistra nella storia dei Laburisti, come definito dallo storico britannico Tariq Ali, e che la sua attuale vittoria potrebbe in qualche modo galvanizzare forze come Podemos e Sinn Fein.

In ogni caso, le sfide per Corbyn restano numerose, considerando l’ostilità nei suoi confronti in una parte del suo partito, quella della classe dirigente britannica e quella connessa di una gran parte dei media.

Nel corso del prossimo anno, vi saranno i banchi di prova delle elezioni locali in Galles e Scozia, e su questo secondo fronte, visto il non improbabile scenario di un nuovo referendum per l’indipendenza e la dissoluzione dei Laburisti nelle ultime elezioni, si giocheranno molte carte per il nuovo corso laburista.