di Francesca Rolandi
La scrittrice bulgara Zdravka Eftimova, ospite del Festival di Mantova 2015, ha presentato il suo romanzo “Sinfonia”, uscito di recente per i tipi della casa editrice Besa, intervallata dal dialogo con Lella Costa, che ha letto alcuni brani dal ritmo serrato.
Il romanzo, insignito del premio “Balkanika”, è una narrazione corale di voci femminili al di fuori degli stereotipi.
Un romanzo duro, che offre uno spaccato di una Bulgaria della transizione dei primi anni 2000 dove si incrociano le parabole di vita di diverse categorie di persone: da una parte la nuova élite nata da traffici clandestini, che vive protetta in quartieri sorvegliati da guardie del corpo ma manda i figli a studiare in Germania; dall’altra la miseria e la fame di coloro che frequentano le mostre e ne approfittano per riempirsi le tasche e sono non solo più colti ma anche più astuti dei primi. Una società dove tutto sembra poter essere comprato con il denaro in contanti, dove la crisi è un processo continuo e l’ambiente circostante umilia chi non può permettersi il cibo o il riscaldamento. Uno scenario tetro in cui però alcuni personaggi femminili si dimostrano più forti della disperazione che li circonda.
La scrittura, ha raccontato l’autrice, è stata un antidoto contro il dolore e la disperazione, un riscatto attraverso l’amore con cui tratteggia i suoi personaggi derelitti. Posta di fronte alla domanda, Eftimova ha ridimensionato i tratti cupi, parlando con ottimismo della Bulgaria di oggi, che, se non altro, ha imparato bene come sopravvivere.
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