Migranti, nel 2015 diminuiti del 7,4 per cento gli arrivi sulle coste italiane

Negli ultimi due anni arrivate già 300 mila persone,
ma al 10 ottobre si registra un calo
rispetto allo stesso periodo del 2014. Gli eritrei i più numerosi

tratto da Redattore sociale

Il 2014 è stato l’anno record degli sbarchi: oltre 170 mila gli arrivi, un dato che supera la somma dei tre anni precedenti (incluso quello dell’emergenza Nord Africa). E il 2015 non è da meno, con un calo del 7,4 per cento rispetto ai primi nove mesi del 2014, ma pur sempre con 136.432 migranti sbarcati sulle coste italiane fino allo scorso 10 ottobre (3 volte quelli arrivati nel 2012 e due quelli dell’emergenza Nord Africa).

Negli ultimi due anni, quindi, gli sbarchi in Italia hanno già portato più di 300 mila persone.

A snocciolare i dati sugli arrivi è il “Rapporto sull’accoglienza di migranti e rifugiati in Italia” realizzato dal Gruppo di studio sul sistema di accoglienza del ministero dell’Interno presentato questa mattina al Viminale. I dati mostrano anche un’impennata senza precedenti nel 2014 per quanto riguarda gli ingressi irregolari alle frontiere europee esterne. Nel 2014 sono oltre 283 mila i migranti contati (di cui il 15 per cento minori e l’11 per cento donne), quasi il triplo anche in questo caso, rispetto al 2013 (107 mila), e sempre più del doppio rispetto agli anni precedenti: sono 72 mila nel 2012, 141 mila nel 2011, 104 mila circa sia nel 2010 che nel 2009.

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Le tre vie d’ingresso in Europa dei flussi migratori che mostrano un incremento dal 2009 al 2014 sono quella del Mediterraneo centrale, quella del Mediterraneo orientale e i Balcani, sulle quali – va sottolineato – il rapporto del Viminale si ferma all’anno scorso e non tiene quindi conto del boom di arrivi del 2015 verso la Grecia (e poi attraverso i Balcani) che proprio ieri ha superato le 500 mila unità.

Una delle rotte che ha visto quadruplicare il numero degli arrivi tra il 2014 e il 2013 è la via del Mediterraneo centrale “che parte dall’Africa Settentrionale, negli ultimi anni sempre più spesso dalla Libia – spiega il rapporto -, dove vengono fatte arrivare le persone in fuga da numerosi Paesi dell’Africa Sub Sahariana ma anche del Medio Oriente”.

I dati sono quelli degli arrivi in Italia (circa 170 mila) e secondo gli esperti, a favorire l’incremento delle partenze è stata l’instabilità della Libia che al crescere del caos nel paese africano ha visto diventare la rotta “principale” per i trafficanti di esseri umani.

La via del Mediterraneo orientale: secondo i dati Frontex, sono oltre 50 mila le persone che nel 2014 sono transitate dalla Turchia e aree limitrofe soprattutto verso la Grecia, ma anche verso la Bulgaria e Cipro. Nel 2013 erano la metà. Questa rotta, lo scorso anno, ha visto transitare soprattutto siriani (oltre 31 mila), afgani (circa 15 mila), ma anche somali e iracheni.

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La rotta balcanica, invece, è la via di terra usata nel 2014 da poco più di 43 mila persone, ma con un incremento del 117 per cento in un anno. Una rotta “percorsa soprattutto da persone che uscivano dal Kosovo (oltre 22 mila), seguite da chi fuggiva dall’Afghanistan (più di 8.000) oppure dalla Siria (quasi 7.500) – spiega il rapporto -. In particolare, le persone in fuga dal Kosovo si sono concentrate negli ultimi mesi del 2014, quando sono circolate delle voci secondo cui sarebbe stato più facile ottenere asilo per i Kosovari in Europa, in quanto il loro paese non era più considerato sicuro nelle liste francesi”. Nel secondo trimestre del 2015, dati Frontex, la provenienza è mutata profondamente. Secondo il rapporto, si registra una “pressione record esercitata dai migranti non provenienti dalla regione balcanica: i siriani sono la principale nazionalità rilevata, seguiti da afgani, pakistani e iracheni”. Un flusso che su questa rotta ha fatto segnare il record assoluto negli ultimi tempi. “Più precisamente i 54.437 migranti rilevati – spiega il rapporto – sono pari alla somma di quelli rilevati nei due anni passati (54.692 nel 2013-2014)”.

Tra le altre rotte ci sono quella del Mediterraneo verso la Puglia e la Calabria: via mare, da Turchia e Grecia si tenta di raggiungere anche l’Italia.

“Nel 2013 Frontex ha conteggiato circa 5 mila persone le quali hanno seguito questa via – spiega il rapporto -. La novità consiste nel fatto che, da settembre 2014, grosse navi cargo hanno cominciato a salpare con famiglie siriane a bordo da Mersin, in Turchia, direttamente verso l’Italia”.

La via del Mediterraneo Occidentale ha numeri ridotti rispetto alle altre zone mediterranee: va dall’Africa settentrionale alla Spagna e secondo Frontex nel 2014 è stata attraversata da oltre 7,8 mila persone di cui molti in fuga dal Camerun (circa 1.500), seguiti da Algeria (800) e Mali (circa 700). La via dall’Africa Occidentale al Mediterraneo, secondo il rapporto, “è probabilmente la rotta meno in voga al momento e meno seguita da richiedenti asilo”. Nel 2014, infatti, solo 276 persone sono arrivate alle frontiere europee in questo modo.

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Tornando in Italia e agli ultimi dati disponibili, secondo il rapporto è mutata in maniera “straordinaria” la composizione per paese di provenienza tra il 2014 e il 2015. “Nel 2014 il paese di provenienza più rappresentato era costituito dalla Siria (43.323), seguita dall’Eritrea (34.329) e dal Mali (9.908) – si legge nel testo -. Nel 2015 i dati evidenziano al primo posto l’Eritrea (36.838), seguita dalla Nigeria (18.452) e dalla Somalia (10.605)”. La Siria è solo al quinto posto con circa 7 mila arrivi. Differenze che, continua il rapporto, portano ad una “maggiore complessità dei problemi legati alla valutazione delle domande di protezione internazionale, all’accoglienza e all’integrazione”.