Kreuzweg. Le stazioni della fede, di Dietrich Bruggemann, con Lea Van Acken, Franziska Weisz, Florian Stetter, Lucie Aron, Moritz Knapp. Premio per la miglior sceneggiatura al Festival di BERLINO 2015. Nelle sale.
di Irene Merli
Il fanatismo si nasconde in ogni religione. E si trasforma in violenza sui più deboli, quando la guerra che conduce è solo morale. Ci spieghiamo. Maria è un’adolescente magra e innocente che vive in una cittadina tedesca del Sud del Germania, con una madre dura come il diamante, un padre sempre silente, una ragazza alla pari che si chiama Bernadette e tre fratellini minori di cui il più piccolo con una sorta di blocco della parola.
La vita di questa ragazzina, in apparenza normale, dalla prima scena si rivela stretta nella gabbia di una fede estrema, pesantissima e impenetrabile, rappresentata da padre Weber, un sacerdote della Fraternità di San Paolo, una confraternita che rifiuta ogni riforma della Chiesa di Roma dal Concilio Vaticano II in avanti e propugna un cattolicesimo oscurantista, di vedute ristrettissime. di dimensioni strettissime.
Il giovane prete programma i suoi ragazzi come soldati di Cristo: devono guardarsi da ogni forma di vanità e sacrificare anche il più piccolo piacere a Dio per diventare più forti.
Così nella mente di Maria viene impressa a forza una dottrina dolorosa, faticosissima e radicale: non può andare a un coro in cui si cantino oltre a Bach anche i gospel, perché jazz, blues e rock sono musiche sataniche, non può frequentare ragazzini che non siano della Fraternità, altrettanto indottrinati, e finirà col rifiutarsi di fare ginnastica a scuola perché in palestra si corre ascoltando una musica “sconveniente”.
Risultato? I compagni di scuola la prendono pesantemente in giro e la sua vita sociale viene cancellata, ancor prima di sbocciare,dalla diffidenza verso qualsiasi tipo di distrazione materiale. Neppure un ragazzino che la avvicina in modo serio riesce ad aprire un varco in questo disumano sistema di divieti.
Non solo. Il peggio deve ancora venire. Anche quando rinuncia anche a ogni forma di vanità o piacere , che si tratti di cioccolato o di una camicetta ricamata, Maria è costantemente inadeguata agli occhi della madre, che la fa sentire sbagliata, bugiarda, sola, la tempesta di rimproveri e dal medico risponde al suo posto.
Perseguitata dall’occhio di un Dio implacabile e da questa “tutrice” disconoscente, la ragazzina deperisce, si ammala e finisce in ospedale. Arriva fino a rifiutare il cibo, vittima anche di una promessa fatta al Signore: la sua vita in cambio della guarigione del fratello. Tanto, in famiglia e per padre Weber, che lei sopravviva o meno non sembra essere una reale, drammatica urgenza. Il crudele mondo di adulti che la circonda è interessato solo alla sua anima, e non al suo corpo, al suo cuore o alle sue emozioni.
Raccontato in 14 capitoli che hanno come titolo le stazioni della Via crucis (Kreuzweg in tedesco), il film di Dietrich Bruggeman è di rara limpidità e ci mostra come neppure la forza dell’ingenuità può sconfiggere una fede cieca e violenta, che in nome di una guerra al relativismo arriva a compiere un gravissimo abuso.
La via crucis qui è quella di Maria, che scena dopo scena arriva ad autoannullarsi pur di essere un bravo soldato di Cristo. Con la complicità di un carnefice e di un aiutante che sono ben presto evidenti nel la storia. Tra l’altro, la Fraternità di San Paolo è un nome fittizio, cinematografico, ma si ispira alla vera Fraternità Sacerdotale San Pio X, che propugna esattamente quello che si mostra nel film ed esiste anche in Italia. Per chi avesse curiosità, come è capitato a chi scrive: http://www.sanpiox.it.
E al riguardo il regista spiega: “ Mentre nel secolo scorso eravamo portati a credere che la religione fosse diventata più o meno irrilevante, oggi vediamo l’opposto ovunque: la diffusione degli Evangelici in Sudamerica, la costante presenza nei media dei militanti islamici. E anche la Fraternità di San Pio X ha i suoi seguaci, anche se non è certo un movimento di massa. E lungi dall’essere ai margini del cattolicesimo, questa confraternita si sente al centro della Chiesa”.
Ma quanti crimini, piccoli e grandi, sono stati commessi da chi si riteneva o ancora si ritiene l’unico e il solo detentore della Verità?