di Andrea Cegna
A quasi 14 mesi dal 26 settembre 2014, giorno della sparizione forzata dei 43 studenti in Messico, il movimento della scuola normale rurale Isidoro Burgos subisce nuovi attacchi.
Dopo che il 6 settembre di quest’anno il gruppo inter-disciplinare di esperti indipendenti (GIEI) della Commissione Interamericana sui Diritti Umani ha reso pubblico un rapporto sulla sparizione dei 43 studenti, rendendo evidenti le ambiguità e le falsità storiche proposte dalla Procura Generale della Repubblica, il silenzio sul caso è calato nel paese, fatte salve le risposte di cortesia del presidente Pena Nieto. Risposte che non hanno avvallato nessuna delle richieste a lui fatte dal GIEI e dai genitori degli studenti.
Il silenzio è stato interrotto qualche giorno fa dal direttore del quotidiano Millenio, Carlos Marin.
Marin scrive in un editoriale che alcuni studenti della scuola di Ayotzinapa sono collusi con il narco-traffico e che la scuola è un covo dei Los Rojos.
L’articolo attacca direttamente il portavoce degli studenti, Omar Garcia, asserendo che il vero nome del giovane sarebbe Omar Velasquez. La prova nelle mani del direttore di Millenio sarebbe una telefonata tra lo stesso Omar e altro studente. I due ragazzi starebbero discutendo di un fatto avvenuto il 20 ottobre, quando alcuni membri dei Los Ardillos, gruppo del crimine organizzato del Guerrero, avrebbero fatto irruzione all’interno della scuola con l’intento di prelevare quattro studenti, appartenenti alla banda rivale dei Los Rojos.
Stando all’articolo, sembra che Omar sappia che alcuni studenti facciano parte dei Los Rojos, e si preoccupa che la cosa possa screditare i normalisti agli occhi dell’opinione pubblica.
In un intervista televisiva, il segretario degli Interni, Miguel Ángel Osorio Chong, ha annunciato che il governo ha aperto si una nuova indagine sul caso Ayotzinapa, ma l’indagine aperta riguarda proprio il rapporto tra gli studenti della scuola normale e il crimine organizzato.
Già il 7 novembre, nella prima relazione dalla Procura Generale della Repubblica, si provò a dire che gli studenti erano stati uccisi dal cartello dei Guerroros Unidos che gli aveva scambiati per membri dei Los Rojos.
Millenio e il Segretario degli Interni sembrano dimenticarsi che la moglie e il sindaco della città d’Iguala, dove sono scomparsi i 43 studenti, sono in carcere perchè legati al mondo del narcotraffico, e che nella relazione della PGR si dice chiaramente che il responsabile dei Guerreros Unidos, Rodríguez Salgado, operava con il vice capo della polizia municipale, César Nava, nel commercio di droga e per evitare che gruppi di antagonisti entrassero nella loro zona di influenza così da rendere difficoltoso il commercio.
Due giorni fa è stato creato un profilo twitter fake di Omar Garcia, con tanto di foto e descrizioni identiche all’originale. La l minuscola dell’account viene sostituita con una i maiuscola. Omar Garcia, via Facebook ha risposto così al direttore di Millenio: “Prima di questo giorno Omar non esisteva per questo personaggio, ora invece “riconosce” in me, il portavoce degli studenti e, ancora una volta, cerca di legarci con Los Rojos. Chi è Carlos Marin? O meglio, chi gli gira queste informazioni? O meglio ancora senza giri di parole, per chi lavora?”
E ancora: “Perché? Ci domandiamo. Perché invece di cercare nelle prime 48 ore i nostri compagni attraverso i telefoni cellulari si dedicano a spiarci oggi?” Per poi concludere: “Il nemico è grande e potente, lo sappiamo da quando è iniziato il movimento. Ma nonostante questo daremo presto una risposta come scuola, per adesso dichiariamo che Los Rojos non ci ha portato via, che questa è una campagna di diffamazione a mezzo stampa e da una posizione di forza”.
Mercoledì 11 novembre attorno alle 15.00 alcune camionette della polizia hanno attaccato 10 autobus di studenti della scuola normale rurale, in 3 diversi punti dell’autostrada Chilpalcingo Tixla. Ufficialmente per il furto di gas. In un video, del secondo scontro quello nel mezzo dell’autostrada, si vedono uomini della polizia federale che sparano lacrimogeni dentro i bus in corsa e che lanciano sassi. Si contano almeno 10 arresti, 20 feriti e alcuni studenti scomparsi.