Almeno 120 morti, senza contare i feriti gravi. Kamikaze allo stadio, sette punti della capitale francese sotto attacco, stato di emergenza e 1500 soldati a presidiare la capitale. È la notte da incubo di Parigi. la rivendicazione di Is.
di Angelo Miotto
Due sparatorie. Inizia così su twitter, con quelle fusillades che vengono segnalate mentre strane espolosioni facevano eco dallo stadio, 70mila presenti con Francia e Germania a tirar calci a un pallone. Poi Una discoteca, esplosioni, e poi gli ostaggi. caos, sconcerto, panico.
Poi, come vedrete dalla raccolta del live twitting che abbiamo realizzato nella notte, il ritmo crescente, lo sconcerto, il presidente Hollande evacuato dallo stadio, poi il discorso e le leggi speciali, sparatorie in altre zone della città, mentre nella discoteca Bataclan un concerto diventava un mattatoio atroce.
Dozens killed in #Paris attacks. Our live coverage continues: https://t.co/Ey8PI8ullV pic.twitter.com/4Qs0ZLhfMV
— Reuters Top News (@Reuters) 14 Novembre 2015
A rivendicare c’è Isis, le testimonianze – già le prime doverosamente prese con le molle – parlavano di messaggi uralti dai terroristi che non lasciavano dubbi. Come la capitale si sia trovata così indifesa sarà parte del dibattito delle prossime ore, mentre in sette punti si sparava. Con l’obiettivo di fare più morti possibili: terroristi kamikaze e terroristi pesantemente armati che, fonte AFP, agenzia France Presse, in discoteca hanno attaccato a colpi di granate. Raffiche di mitra contro le terrazze dei bar in una sera calda di novembre, venerdì sera, frequentatissima dai parigini. Posto frequentati da giovani, la paura deve correre dentro luoghi precisi. Le testimonianze che leggeremo in queste ore diranno di killer capaci di sparare con calma, addestrati. Per noi oggi è il momento di raccontare i fatti, poi ci saranno tutte le analisi che portano in Siria, in Iraq, in tutti gli scacchieri di intervento, scordinato, degli ultimi mesi, anni. https://twitter.com/publico_es/status/665344087315222528 I mitragliatori sparavano e le persone scappavano, in un panico aumentato dall’incertezza di cosa stesse accadendo, mentre le testimonianze dirette di molti giornalisti e cittadini correvano su twitter dai luoghi di morte e la rete stessa reagiva in una azione utile, finalmente, nel segnalare numeri di soccorso, hastah come #portesouvertes per chi volesse cercare un rifugio e Facebook lanciava con immediatezza un servizio per segnalare lo stato di buona salute di chi era a Parigi, rassicurando parenti, amici, conoscenti, colleghi.
Nella raccolta dei tweet c’è un pezzo di storia di Francia, dolorosa e insanguinata. Perché al di là della cifra dei morti, un’ecatombe, quello che abbiamo vissuto ieri a Parigi è un evento di portata storica per la Francia, per l’Europa e sugli assetti internazionali.
I militari, 1500, sono per le strade di Parigi: leggi eccezionali permettono arresti preventivi, chiusura di luoghi privatim, scioglimento di riunioni pubbliche, in uno dei peggiori incubi che solo la trama di un thriller cinematografico o di un romanzo di intrhi internazionali e terrorismo poteva lasciar immaginare. Ecco la nostra selezione di tweet, realizzata da Paolo Riva, una selezione in diretta fra notizie sui social, le agenzie di stampa, i giornali francesi, gli interventi politici e le testimonianze ascoltate durante l’encomiabile diretta di Radio Popolare che abbiamo tenuto in cuffia tutta la notte. Oggi Parigi si è svegliata diversa, e con lei siuramente una nuova consapevolezza anche in Europa, chissà a livello internazionale: una su tutte che c’è da ritrovare unazione e una politica comune per fronteggiare attacchi come quello che si è verificato ieri.