The Hand that Feeds

Un documentario racconta la lotta degli immigrati irregolari che, negli Usa, lottano per i loro diritti. Il 21 novembre,
in anteprima italiana, al SOUQ Film Festival a Milano

«No papers. No fear». È la frase che campeggia su un cartello di protesta che compare durante il documentario, ma, volendo essere stringati e incisivi, potrebbe essere anche la più telegrafica delle sinossi per il pluripremiato The Hand that Feeds (Usa, 2014), che sabato 21 novembre verrà proiettato in anteprima italiana al SOUQ Film Festival di Milano. In 84’ la pellicola racconta la battaglia per migliori condizioni di lavoro degli immigrati irregolari impiegati all’Hot & Crusty Bagel Cafe di Manhattan, a New York.

Senza documenti e senza paura, sono loro a riunirsi in un sindacato indipendente, a manifestare, a occupare il locale, ad ottenere il sostegno di alcuni giovani attivisti e dei manifestanti di Occupy Wall Street.

A guidare i lavoratori – e al tempo stesso il pubblico nell’evolversi del racconto – è Mahoma López, un immigrato messicano, irregolare, arrivato negli Usa a 18 anni.

È lui, pur confidando alla telecamera di non essersi mai interessato di politica, a convincere i colleghi a iniziare questa battaglia nel gennaio del 2012. Ed è sempre lui, parecchi e movimentati mesi dopo, a raccontare da un palco, durante la manifestazione del primo maggio, l’epilogo della loro lotta contro la proprietà del cafe. Quale che sia il risultato di questo moderno scontro tra Davide e Golia, la storia narrata da Robin Blotnick e Rachel Lears rimane esemplare, per molti versi. A spiegarne le ragioni sono gli stessi registi.

«È ora di ammetterlo: l’America va avanti grazie al lavoro degli immigrati senza documenti».

«Combattono per i diritti sia dentro che fuori i posti di lavoro, sono una parte inscindibile del nostro progetto democratico… Siamo stati ispirati dal coraggio dei protagonisti… Pensiamo – concludono Blotnick e Lears – che questo film abbia il potenziale per cambiare il modo di pensare degli Americani per quel che riguarda il lavoro, l’immigrazione e l’attivismo in generale».

E infatti sul sito del film, oltre al materiale promozionale, si possono trovare anche una serie di FAQ relative ai temi trattati nel documentario, una guida alla discussione e, soprattutto, inviti all’azione differenziati a seconda del tipo di pubblico.

Se si è semplici clienti, The Hand that Feeds invita a diventare consumatori consapevoli, suggerendo una serie di link utili. Se invece si è dei lavoratori del settore proprio come i protagonisti del film, i registi hanno realizzato, insieme a Food Chain Workers Alliance, una mappa interattiva degli Usa per facilitare l’organizzazione dal basso.

The Hand that Feeds verrà proiettato sabato 21 novembre, alle ore 21.00, all’Auditorium San Fedele di Milano (via Hoepli, 3b), nell’ambito del SOUQ Film Festival che inizia oggi. L’ingresso è gratuito.
Il programma completo del festival, promosso dal SOUQ – Centro Studi Sofferenza Urbana della Casa della carità, è disponibile su www.souqfilmfestival.net