di Federico Cassani e Carlotta Bonvicini – MIC | Mobility in Chain
Nella realtà dei fatti il rischio di praticare green washing anziché esercitarsi in buone pratiche concrete è molto alto, forse perché si tende a focalizzare l’attenzione su dettagli fin troppo specifici di problematiche dalla portata molto vasta.
Prendiamo il problema delle emissioni delle automobili a livello globale: sicuramente analizzare il fenomeno dal punto di vista dell’inquinamento ci aiuta a inquadrarlo da un oggettivo punto di vista comune all’umanità intera. Non appena il livello di allerta su inquinamento (e costo della benzina) aumenta, le case automobilistiche sfoderano nuovi modelli di automobili ibride ed elettriche che aiutano a tranquillizzare le coscienze di decine di migliaia di consumatori.
Ma il problema sono davvero solo le emissioni? Una città in cui le auto fossero tutte elettriche sarebbe davvero più sostenibile? La coda in tangenziale il lunedì mattina sarebbe forse più a misura d’uomo?
L’idea stessa di mobilità sostenibile porta con sé una serie di tematiche collaterali imprescindibili che a un primo sguardo poco attento potrebbero apparire non strettamente legate all’ambiente, ma che creano invece i presupposti necessari allo sviluppo e al mantenimento di spazi vivibili, accoglienti e sani, scongiurando scenari nocivi per l’uomo e per l’ambiente.