è eticamente corretto dare la parola a un tiranno? Sì.
A patto che il giornalista faccia le domande giuste
di Ilaria Sesana, tratto dal suo blog
Nei giorni scorsi, due inviati del Tg1 (Marco Clementi e Paolo Carpi) hanno intervistato il presidente siriano Bashar al-Assad. L’intervista è andata in onda al Tg1 (tre minuti in tutto) mentre un’altra versione dell’intervista è stata trasmessa su Rainews24 (anche in questo caso, circa tre minuti).
In rete si è subito acceso un animato dibattito: è giusto intervistare Assad?
È eticamente corretto dare la parola a un tiranno, a un dittatore? A un uomo accusato di aver torturato e massacrato gli abitanti del proprio stesso Paese?
Personalmente, penso di sì. A patto che il giornalista faccia le domande giuste, che incalzi l’interlocutore quando questo si contraddice. A patto che il giornalista non si limiti a reggere un microfono. Per torvare un buon esempio in tal senso basta andare indietro di pochi mesi, al febbraio 2015 e all’intervista di Jeremy Bowen, Middle East Editor per la BBC.
Su suggerimento di un collega, ho deciso di ascoltarmi entrambe le interviste e fare un confronto. Anche per capire che cosa gli ascoltatori delle due interviste possono aver appreso, dopo aver visto i servizi tv.
Il primo elemento che balza agli occhi è la lunghezza delle interviste: 26 minuti quella della BBC, 3 minuti quella della Rai. Ho cercato in rete una versione più lunga dell’intervista concessa da Assad alla rete italiana, ma non l’ho trovata (se mi fosse sfuggita, vi chiedo di segnalarmela). E qui mi chiedo: perché inviare una troupe e ben due giornalisti (oltre al presidente Rai, Monica Maggioni) fino a Damasco per produrre un paio di servizi da tre minuti l’uno? Non sarebbe stato più opportuno – e più rispettoso per gli ascoltatori del tg – produrre anche una versione integrale dell’intervista da pubblicare online?
Veniamo ora ai contenuti dell’intervista. Mi limito a riportare le domande dei giornalisti e, quando serve, alcuni passaggi della risposta di Assad.
Intervista andata in onda al Tg1D. Signor presidente grazie per l’intervista. Iniziamo da Parigi qual’è la sua reazione?
D. Dietro i fatti di parigi c’è Isis. In Occidente c’è chi dice che lei abbia sostenuto i terroristi per dividere l’opposizione. Cosa risponde?
D. A proposito di Siria. Da Vienna è arrivata l’indicazione a puntare a transizione al potere che porti a elezioni. Ma lei prima o poi dovrebbe lasciare. Qual’è sua posizione?
D. Quale stata l’importanza di andare a Mosca?
D. Qual’è il programma realistico per uscire dalla crisi?
D. Come vede il futuro? Per lei conta più il futuro della Siria o restare al potere?
Intervista andata in onda su Rainews
D. Dietro i fatti di parigi c’è Isis. In Occidente c’è chi dice che lei abbia sostenuto i terroristi per dividere l’opposizione. Cosa risponde?
D. Guardando la cartina sembra che il confine tra Iraq e Siria nn esista più. Quale parte della Siria lei controlla davvero in questo momento?
(Assad risponde che la situazione cambia di giorno in giorno e che in realtà la maggior parte dell’area occupata dai terroristi è stata evacuata. E che il 50-60% della Siria è deserto e quell’area i media l’assegnano ai terroristi)
D. Si, io parlavo dell’area al confine tra Siria e Iraq
Intervista della BBC
D: Signor presidente, lei ha perso il controllo di ampie aree del Paese, è emerso il gruppo Stato Islamico, ci sono 250mila morti, milioni hanno perso casa. L’inviato Onu Staffan de Mistura l’ha definita la più grave crisi umanitaria dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. La Siria è diventata un failed state?
(Assad parla di errori commessi durante la gestione della crisi)
D: Lei ha fatto personalmente errori?
D: Lei fin dall’inizio ha parlato dell’influenza del terrorismo. Io sono andato alle prime manifestazioni a Damasco, nelle moschee. Non sembrava che le persone volessero un califfato islamico ma libertà, democrazia..
D: Nel 2012 ero a Douma (…) ho parlato con disertore dell’esercito siriano che mi disse: “Ho disertato perché non potevo più vedere mia gente uccisa dalle nostre mani”. Si riferiva alle forze armate regolari. Crede che alcune attività dell’esercito siriano abbiano contribuito a creare l’incubo in cui la Siria si trova oggi?
D: Quando parla di terroristi contro quello che lei rappresenta. Ma lei ha concentrato le sue forze in questi anni contro i ribelli che non facavano parte della galassia jihadista come Isis o al Nusra. Ha cercato di dare un senso di falsa scelta tra lei e gli islamisti eliminando tutto quello che c’era nel mezzo. Questa è una tattica politica, o no?
R: L’opposizione moderata è un falso mito
D: Io però ho incontrato alcuni di questi. Ci hanno detto “Noi non siamo estremisti, non siamo islamisti. Se al Qaeda o Isis venissero qui ci ucciderebbero”.
(A questo punto segue un rimpallo di domande sull’opposizione siriana moderata, che Assad nega)
D: Ho passato parecchio tempo in prima linea con i soldati esercito siriano che affermavano con insistenza di essere patrioti. Ma ho parlato anche con i civili, che hanno sofferto molto per colpa dell’esercito siriano. Non posso mentire tutti?
R: Come fa a essere sicuro?
A questo punto l’intervistatore cita un rapporto di Human Rights Watch sull’uso di barili bomba e chiede ad Assad di darne conto.
R: queste sono storie per bambini
D: Storie per bambini?
R: Sì, storie per bambini (….)
D: Cosa mi dice dei barili bomba? Nega che le sue forze li usino?
R: So che l’esercito usa proiettili, missili, bombe. Non ho mai sentito che l’esercito usasse barili o bombole da cucina
D: Larghi barili pieni di esplosivo e proiettili che vengono lanciati dagli elicotteri ed esplodono con effetti devastanti. Ci sono molte testimonianze su questo
R: Appunto, bombe. Noi abbiamo bome missili e proiettili
D: Quindi non nega che ci sia l’uso di barili bomba tra le armi usate dall’esercito. Che sono armi indiscriminate.
R: No non sono armi indiscriminate. Quando spari hai un obiettivo. E l’obiettivo è proteggere i civili. Poi purtroppo ci sono sempre vittime tra i civili
D: Ci sono sempre vittime e i civili muoiono. Ma ci sono le leggi del diritto umanitario internazionale che dovrebbero servire a proteggere i civili da entrambi i lati. Le accuse contro lesercito siriano sono quelle di usare barili bomba. Staffan de Misura ha sottolineato la costante paura della popolazione per i bombardamenti con barili bomba. Significa che lei non sta rispettando le leggi del diritto umanitario per proteggere la sua gente.
D: Se lei fermasse l’uso dei barili bomba potrebbe presentarsi come partner dell’Occidente per combattere Isis. Non sarebbe meglio?
D: Nell’ultima settimana le organizzazioni internazionali per la proibizione dell’uso delle armi chimiche hanno condannato l’uso del gas di cloro in Siria. Non accusano nessuna parte in conflitto ma al tempo stesso riferiscono la presenza di elicotteri in volo civino ai villaggi dove era stato usato questo gas. I ribelli non hanno elicotteri, ma voi si. Avete suato il gas di cloro?
R: Il gas di cloro si trova normalmente nel case e nelle fabbriche. Non è elemento militare
D: Ma può essere usato come arma militare…
R: Tutto può essere usato come arma militare
D: Avete usato il cloro come arma militare?
A questo punto, siamo già ben oltre i 10 minuti di intervista. La differenza tra l’intervista inglese e quella italiana a mio modo di vedere è lampante:
Jeremy Bowen incalza Assad, soprattutto quando gli chiede dei barili bomba. E il presidente siriano spesso perde “l’aria british e distesa” di cui scrive Monica Maggioni su La Stampa.
Lascio che siate voi a trarre le conclusioni di questo confronto. Per quanto riguarda la Siria (e molti altri temi) continuerò a informarmi sulla BBC.
ps. Chiedo scusa per eventuali imprecisioni sulla traduzione dall’inglese. Anche in questo caso, sono molto graditi suggerimenti e correzioni.