un nuovo punto di vista sull’ultimo film della saga
di Star Wars, Il Risveglio della Forza
di Alice Bellini
Eccoci qua. A quanto pare a riproporsi non sono solamente i film, ma anche i Peperoni. Una puntata speciale mi sembrava d’obbligo, oltre che forse il modo più giusto, per parlare del nuovo Star Wars VII. Come ogni volta, non vuole essere una critica, né una recensione, ma un riflettere insieme, un parlarne tra amici, senza prendersi troppo sul serio, come è bello che accada con i film.
Nata nel 1989, faccio parte di quella generazione di mezzo che i primi sei Guerre Stellari li ha visti e rivisti, ci si è appassionata, li porta nel cuore, ma non ne ha mai fatto realmente parte. Non li ha mai vissuti veramente, non ci è mai cresciuta insieme. Una generazione arrivata a giochi fatti e al massimo si era presa un paio di scadenti spade laser della seconda saga e una palata di effetti speciali senza alcuna Forza.
Tra le mie aspettative avevo il glorioso capolavoro della prima trilogia, la terribile e superficialissima spettacolarizzazione della seconda e un nome, quello di J.J. Abrams, padre supremo di Lost, una delle serie più belle, ma con il finale più deludente che io abbia mai visto.
Insomma, perfettamente consapevole del fatto che vedere per la prima volta una spada laser della grandezza di un grande schermo mi avrebbe emozionato a prescindere, le possibilità che fosse un film inconcludente, un potpourri di effetti speciali o una nerdata obsoleta e improbabile stile anni ’70 c’erano tutti.
E io, se da una parte non sapevo cosa aspettarmi, dall’altra temevo il peggio, se non fosse altro che per la scarsa fiducia in Disney e per il pensiero, quasi inevitabile, che i sequel fanno sempre tutti schifo.
E invece. Prima di entrare in sala ero emozionatissima – e già questo rende onore a Il Risveglio Della Forza. Sono davvero pochi i film che riescono ad emozionarti ancor prima che le luci si spengano e lo schermo si accenda e un qualche tipo di merito va riconosciuto.
Ma a parte questo. In tanti si sono lamentati del fatto che pezzi di trama combacino in quasi tutto e per tutto con il primissimo Star Wars, ma io l’ho trovata una bellissima scelta, oltre che molto coraggiosa. Accostati agli altri passi della storia e a quei personaggi assolutamente e completamente nuovi, il risultato è stato assolutamente perfetto. Il giusto mix tra nostalgia e sorpresa.
Soddisfatta è stata la voglia di poter vivere (o rivivere) le stesse emozioni che si provano quando si guarda Una Nuova Speranza, ma in versione pro, con personaggi ai quali si è già affezionati e in HD Dolby Surround.
Ma soddisfatta è stata anche la voglia di personaggi e situazioni nuove, che fossero altrettanto avvincenti, altrettanto sorprendenti e che dessero al tutto il gusto del mai visto prima, compiendo quel salto generazionale assolutamente necessario e anche giusto, senza strafare con effetti speciali e spettacolarizzazioni di sorta.
Rey è gagliardissima. Non c’è altro modo per descriverla. Un personaggio femminile forte, giusto, bello e pieno. Mille e lode. Fin ha il suo perché. Promette bene il ragazzo e lascia quel giusto senso di curiosità e affetto che sicuramente esploderà negli episodi a venire, e che comincia a fargli ricalcare i passi del suo predecessore Han.
Kylo Ren è veramente odioso. E questo ci piace. Non è cattivo, non è Il Male. È odioso.
È odioso anche perché in verità è solo uno stupido ragazzino pieno di rabbia e presunzione. Perché senza maschera perde ogni capacità d’intimorire. Perché fa quel che fa (evitando spoiler!) e come tale non avrà mai più possibilità di redimersi agli occhi di nessuno spettatore. Insomma, è quel cattivo che si fa odiare, ma che probabilmente saprà anche ammaliare una volta che il suo addestramento sarà compiuto. Un Lato Oscuro acerbo, quasi grottesco per alcuni aspetti. Un Lato Oscuro del 2015, pieno d’ignoranza e presunzione.
Insomma, un remake originale assolutamente perfetto. Che soddisfa ogni aspettativa e ha del potenziale con ogni generazione. Ma non è solo questo.
Trovo bellissima questa riflessione sui corsi e ricorsi storici. Guerre Stellari: parliamo di Guerre, parliamo di conflitti. Parliamo dell’umanità che da millenni si scontra in questa infinita e continuamente ripetuta guerra tra bene e male, dalla quale pare non siamo mai in grado d’imparare nulla. E non importa quanto si cerchi di ristabilire la pace, ogni volta un seme Oscuro impazzisce e sovverte ogni armonia.
La figura del padre è la figura del padre per tutti, a partire da Edipo. E lo scontro familiare è narrato dai tempi di Antigone e Medea, prima ancora che arrivasse Gesù Cristo, senza considerare l’incredibile intreccio occidentale che vede protagonisti gli dei dell’Olimpo. Per quanto non sia mai stata una grande amante di Nietzsche e non creda molto in quell’eterno e ciclico ritorno, credo che l’uomo, per quanto possa essersi “evoluto” appresso ai suoi deliri d’onnipotenza, che a volte persino un droide sa essere più sensibile, sia rimasto comunque e pur sempre un uomo. E che, come tale, il corso e ricorso delle sue pulsioni, delle sue scelte e dei suoi ragionamenti è a dir poco inevitabile.
Forse il giorno che l’essere umano riuscirà a trarre insegnamento dalla sua orribile e bellicosa storia, allora Guerre Stellari avrà motivo di trovare una trama completamente nuova. Magari i Jedi dovranno solo pensare al colore della loro spada laser.
Ma fino ad allora la lotta tra la Forza e il Lato Scuro continuerà a ripetersi in maniera inesorabilmente simile, sempre nuova, ma comunque sempre uguale a se stessa, quasi come una beffa.
E il tutto avverrà in maniera sempre più umana, sfruttando le debolezze di giovani leve ubriache di miti passati, di cui non sanno neanche troppo bene la storia, piene di rabbia e di ambizione, zeppe di smanie di successo e grandezza, ma sconfitti in partenza, frustrati sin dalla nascita di non poter mai diventare gloriosamente inarrivabili e invincibili.
E dunque Peperoni sembra proprio il modo più giusto di parlare di questo Star Wars – Il Risveglio Della Forza, nel suo riproporsi in maniera attuale, ricordando che per quanto tutto possa cambiare, la solfa è sempre, esattamente la stessa. Le Guerre, per quanto Stellari, sono rimaste pur sempre delle Guerre e non c’è Luke Skywalker che tenga se la paura, instaurata in menti sempre più acerbe e ignoranti, continuerà ad essere utilizzata come oppio dei popoli.