La colonna destra dei siti mainstream italiani è il trionfo dei click e la morte del contenuto in rete. Dai castori che ballano alle anatomie dei corpi esibiti in finti servizi rubati.
Q Code Mag affronta la sonnolenza postprandiale che caratterizza alcune date clou di queste feste, o il senso dilatato delle giornate natalizie e di inizio anno, con una carrellata di consigli fra lettura, video, cinema, facezie o spunti per svuotare la scatola cranica. O riempirla di contenuti di quel bellissimo concetto dei nostri avi, che veneravano l’otium come occasione di crescita personale.
di Irene Merli
Tempo di Natale, tempo di ozio, nel bel senso latino del termine. Chi scrive si sente allora di proporre qualche libro, un paio di mostre, qualche film e un disco.
Partiamo dai libri, a cui durante l’otium potremo dare più tempo del solito. È uscita, dopo tre anni, la nuova opera della regina del noir francese, Fred Vargas: raffinata, mai scontata, la Vargas con “Tempi glaciali”( Einaudi) ci ripropone un’ inchiesta dello stralunato commissario Adamsberg su due ipotetici suicidi. Ma accanto ai due corpi viene trovato lo stesso scarabocchio, che porterà l’anticrimine di Parigi in giro per mezza Europa in caccia di una strana setta sulla Revolution.
“L’impostore” di Xavier Cercas (Guanda) è invece la spiazzante storia vera di un uomo, oggi novantaduenne, che ha improntato tutta la sua vita alla alla finzione pubblica. Eric Marco si è infatti spacciato prima come militante antifranchista, poi come internato in un lager e, dopo la Seconda Guerra Mondiale, è stato segretario del Sindacato anarchico e presidente dell’associazione spagnola dei sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti.
Peccato che la verità fosse tutt’altra: nel 2005 uno storico ha scoperto che non era mai stato deportato a Flossenburg e pezzo a pezzo il castello di carta è crollato.
Per chi ama la poesia, è da poco uscito per Gli Oscar Mondadori la raccolta completa delle liriche di Giuseppe Conte, che ama definirsi Giuseppe Yunuf Conte: mezzo ligure e mezzo siciliano, è stato anche traduttore di Neruda, Adonis, Shelley, William Blake: fidatevi, sarà una scoperta.
Sui grandi schermi potete divertirvi con l’ ultimo episodio della saga di James Bond, “Spectre”. Due ore e oltre che passeranno senza guardare l’orologio: non è “Skyfall”, ma di certo un’ opera squisitamente bondiana, con ottimi dialoghi e una grande co-protagonista femminile. Per la pura poesia che affascinerà grandi e piccini, bisogna aspettare il 1 gennaio: è allora che uscirà’ quel gioiello de “Il piccolo principe”, che non deluderà né i fan di Saint Exupery, né chi non lo conosce per limiti di età e di gusto personale.
Per chi sta a Milano, poi, non sono da perdere due mostre.
“Giotto e l’Italia” a Palazzo Reale, un’esposizione epocale come ne arriva una per generazione, che offre il maggior numero di capolavori giotteschi mai visti prima (14 polittici, affreschi, un inedito, il tutto in un allestimento mozzafiato ).
E “Adolfo Wildt, l’ultimo simbolista” alla Galleria d’arte moderna: una nutrita serie di sculture di un artista originalissimo, che lavorava il marmo in modo strabiliante, dimenticato dopo la caduta del fascismo semplicemente perché aveva fatto un celebre busto di Mussolini.
A Roma, non sono da perdere Balthus alle Scuderie del Quirinale e, a Villa Medici, la grande retrospettiva di Henry Moore nelle splendide Terme di Diocleziano e “La forza delle rovine”‘ in un altro luogo di fascino, Palazzo Altemps: una riflessione sul significato delle rovine dagli antichi a oggi, tramite quadri, fotografie, sculture, poesie, musica.
Il cd? Uno solo: il disco di Natale del trombettista Paolo Fresu e del suo quintetto, “Jazzy Christmas”. Ascoltatelo: è caldo e diverso, molto diverso anche dalle più’ ardite compilation delle feste.