La colonna destra dei siti mainstream italiani è il trionfo dei click e la morte del contenuto in rete. Dai castori che ballano alle anatomie dei corpi esibiti in finti servizi rubati.
Q Code Mag affronta la sonnolenza postprandiale che caratterizza alcune date clou di queste feste, o il senso dilatato delle giornate natalizie e di inizio anno, con una carrellata di consigli fra lettura, video, cinema, facezie o spunti per svuotare la scatola cranica. O riempirla di contenuti di quel bellissimo concetto dei nostri avi, che veneravano l’otium come occasione di crescita personale.
di Andrea Cardoni
Uno ha detto che potrebbe essere una serie di guide turistiche quelle curate da Paolo Nori che raccontano, per Marcos y Marcos, i matti delle città di Bologna, Roma, Milano e Torino (nel 2016 arriveranno anche quelli delle città di Cagliari, Parma e Andria).
Uno è lo scrittore Roberto Alaimo che con il Repertorio dei pazzi della città di Palermo ha sì raccontato la città anche attraverso i matti da ospedale, quelli che si fanno curare, ma per la maggior parte delle storie si tratta di persone anonime, di politici, sportivi, registi cinematografici, giornalisti, viandanti di bar e stazioni, come questa: Uno fingeva di essere suo fratello gemello. Se per caso incontrava qualche suo conoscente per strada che lo salutava lui gli rispondeva stupito «Mi scusi signore ma io non la conosco forse si confonde con mio fratello gemello» e il conoscente allora prontamente si scusava imbarazzato dicendo che la somiglianza era davvero notevole (Repertorio Matti città di Bologna). Oppure questa:
Uno era quello che aveva detto che se avesse perso le elezioni sarebbe andato in Africa. Poi ha perso le elezioni e ha celebrato il matrimonio di George Clooney (Repertorio dei matti della città di Roma).
Di matti veri in questi libri ce ne sono pochi forse perché, come scriveva uno «I matti non possono parlare perché hanno troppo da dire in una volta sola» (Nino Pedretti), e per questo uno che si chiamava Nino B. stava nel padiglione 16 e quando gli dissero che volevano chiudere il Santa Maria della Pietà, l’ospedale psichiatrico di Roma, prese il direttore sanitario Tommaso L. e gli disse: «non puoi sapere quanto sia difficile per noi entrare fuori» (Repertorio dei matti della città di Roma)