di Giusi Affronti
Ognuno le feste le balla a modo suo. A Palermo, si è conclusa ieri quella che inaugurava Minimum con una lettura portfolio insieme ai fotografi Gianni Cipriano, Simone Donati e Michela Palermo, gratuita e aperta a poco più di una dozzina di partecipanti.
A schiudere i battenti di Minimum, lunedì 28 dicembre, è stata la presentazione del libro autoprodotto Hotel Immagine, progetto di Simone Donati: tra il 2009 e il 2015 il fotografo fiorentino compie un “Gran tour de noartri” alla ricerca di icone, miti e rituali di massa dell’Italia di oggi.
Dai viaggi a Predappio dei devoti di Mussolini ai supporter del Popolo della Libertà di Silvio Berlusconi, dai tifosi del Gran Premio motociclistico del Mugello ai fedeli di Padre Pio in pellegrinaggio al santuario di San Giovanni Rotondo. Quarantotto fotografie restituiscono una documentazione lucida, ironica e amara dell’immaginario collettivo italiano contemporaneo (per un approfondimento, vedi il video).
Di questo e del decennale lavoro del collettivo TerraProject, di cui è fondatore, ha parlato Simone Donati davanti al numeroso pubblico palermitano in occasione del primo evento di Minimum.
Lavorare ai propri progetti personali e sviluppare sinergie con la città, la collaborazione come metodo di lavoro, la ricerca e la promozione dei nuovi linguaggi dell’immagine, la scommessa sulla fotografia siciliana e la lezione della fotografia internazionale. Sono queste le premesse di un progetto ambizioso che diviene realtà e lavoro quotidiano all’interno di un ex magazzino nel centro storico di Palermo.
Minimum è un nome dalle apparenti scarse pretese ma nella breve descrizione che di questo studio-laboratorio scrivono i fotografi Valentino Bellini (Palermo, 1984) e Roberto Boccaccino (Benevento, 1984), padroni di casa, leggerete che “Minimum è un contenitore mezzo pieno”. Possiede, per esempio, una libreria ed emeroteca aperta alla città. Misura all’incirca settanta metri quadri, sapientemente arredati in maniera minimale e abitati da macchine e da stampe, da persone e dalle loro idee.
Di uno spazio come Minimum, esclusivamente dedicato a pensare la fotografia e fatto da professionisti che di fotografia vivono, Palermo sentiva la mancanza. E se ha ragione Ansel Adams ed è vero che la fotografia non si fa soltanto per mezzo di una macchina ma è, invece, il prodotto delle immagini che hai visto in giro per il mondo, dei libri che hai letto, della musica che hai ascoltato e delle persone che hai incontrato – magari davanti a una birra fredda –, allora Minimum è il posto giusto.