Il morso della montagna

Il controllo delle donne e della loro sessualità
da parte degli uomini è diffuso, anche fuori Colonia.
Lo racconta un mockumentary

di Laura Di Pasquale

Per il vecchio Levis Strauss la subordinazione delle donne è uno degli accadimenti universali, dai quali nasce addirittura la costituzione della società. I diversi gruppi regolano le relazioni sessuali e si scambiano le donne, come oggetti.

Studiosi marxisti, postmoderni, femministe hanno esplorato e spiegato le disparità e le relazioni tra uomini e donne con sfumature differenti.

È opportuno ricordarlo mentre le molestie e aggressioni sessuali avvenute nella notte di capodanno nella cittadina tedesca sono ancora avvolte in una nube di notizie contraddittorie. E mentre interpretazioni discutibili mirano a colpire “i musulmani” in nome della “difesa dei diritti delle donne”.

Come sottolinea, anche in questi giorni Amalia Signorelli, antropologa culturale con solida esperienza di ricerca sui processi di modernizzazione dell’Italia meridionale, sulle migrazioni e sulla condizione femminile, le donne occidentali hanno raggiunto ciò che hanno attraverso le lotte femminili. E quello che hanno raggiunto è un riconoscimento nell’esercizio dei diritti, ma non la parità effettiva.

Rispetto alla sfera sessuale, il tema è trattato a colpi di ironia e antropologia, nel falso documentario Il morso della montagna, presentato anche dalla stessa Amalia Signorelli in due occasioni.

Nato durante il Piemonte Documenteur FilmFest, questo mockumentary racconta una storia di fiction con i codici nel documentario. Insieme al montatore Yuri Parrettini, abbiamo avuto trentasei ore per girare e montare la nostra storia.

Come da regolamento, a inizio festival, a ogni team di filmaker è stato assegnato un paesino delle Alpi occitane. Nel caso del nostro team, Bellino (CN), i cui abitanti erano gli unici attori che potevamo utilizzare.

Io e Laura eravamo entusiaste all’ idea di chiedere alle abitanti di un paesino di meno di 150 persone, prevalentemente canute, di interpretare un corto con connotazioni sessuali.

Eravamo anche pronte ai rifiuti e alle resistenze che abbiamo poi sperimentato. Ma non da tutti. Il tema era condiviso e sentito a tal punto che le brillanti interpreti (ma anche, ad onor del vero, molti interpreti maschi) hanno aggiunto alla nostra storia battute argute e dettagli. La loro conoscenza del territorio, ma anche l’ immaginario e il vissuto di supremazia maschile sono state evidentemente un fertile terreno di ispirazione.

I riscontri positivi hanno portato il nostro mockumentary alla vittoria dell’edizione 2010 dello stesso Piemonte Documenteur FilmFest e alla conquista di un altro premio al Valsusa Film FEST 2011.

Inoltre, Amalia Signorelli ha presentato la pellicola in un incontro all’Università La Sapienza e durante il Festival della Letteratura Mediterranea di Lucera, nel 2011. Il dibattito pubblico si intitolava “Come tu mi vuoi.” ed era dedicato alle menzogne delle donne come strategia di resistenza nelle culture circumediterranee. Non a Colonia. E non tra i migranti.

 

Laura di Pasquale è coregista di “Il morso della montagna” insieme a Laura Cini.