di Eugenio Grosso
I documenti intendono definire l’identità delle persone. Intendono anche categorizzare e determinare i diritti ai quali si accede.
Il mio progetto Papers ruota intorno al valore simbolico dei documenti come rappresentazione dell’identità. Ho scattato questa serie nell’agosto del 2015 sul confine tra Macedonia e Grecia. Lungo il breve sentiero che collega il confine con il campo profughi ho trovato molte richieste di asilo e carte d’identità provvisorie gettate dagli stessi rifugiati.
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Ho deciso di fotografare quei documenti come simboli dell’identità dei rifugiati – quell’identità a cui devono rinunciare quando lasciano i loro paesi. I documenti fatti a pezzi sono la negazione della loro esistenza. Quei documenti identificativi, un tempo emessi per dare volto e nome a una persona, sono ora dispersi nella sabbia. I profughi tornano a uno stato di clandestinità, ogni volta che entrano in un nuovo paese.
I bisogni universali, che sono valori archetipici condivisi da tutti gli esseri umani, vengono loro negati; la dignità, il rispetto e il diritto alla sicurezza, non sono così ovvi come dovrebbero essere.
Ho deciso di fotografare questi “pezzi di carta”per sottolineare come la politica e le sovrastrutture possono influenzare le vite delle persone. Sebbene questo progetto fotografico sia stato sviluppato mentre seguivo l’attualità, fa riferimento a una situazione universale e vale per tutti quei casi in cui libertà e dignità sono negate per ragioni geografiche.
Link al progetto fotografico: http://www.eugeniogrosso.com/papers