BISOGNI PRIMARI, O DELL’ORDINARIA DECENZA A PARIGI

di Mathias Rollot

Ridotti a bere poca acqua durante i lunghi tragitti in metrò. Scoraggiati in anticipo, reticenti all’idea d’avventurarci nelle strade e nei viali, nelle piazze e nei parchi che incontriamo.

Costretti a considerare i nostri spostamenti, a tracciare i nostri itinerari in funzione delle rare toelette che vi si trovano. Vergognosi di ordinare un caffè che non beviamo, semplicemente per approfittare di un servizio igienico.

L’urina e la città troppo spesso non vanno d’accordo.

E nel momento in cui prendiamo coscienza dell’assurdità di alcune situazioni e ci poniamo di fronte al carattere totalitario di una società che vanta i meriti delle nano tecnologie ma non offre le condizioni minime per urinare e defecare decentemente, finalmente ci rediamo conto di un fatto inequivocabile: la civiltà del progresso tecnologico è un progetto di società che dimentica i nostri bisogni più elementari e più evidenti.

Eppure fare pipì è l’atto più spontaneo, semplice e universale che ci sia: il desiderio che ci spinge o il sollievo che ci procura quando lo espletiamo, è una delle cose più condivise al mondo.

E’ una pena scrivere di cose talmente evidenti. Questo la dice lunga sulla trascuratezza con cui oggi ci confrontiamo: si dimentica l’essere, i suoi bisogni e i suoi modi primari di funzionamento.

 

…Continua a leggere su QCT

Schermata 2015-04-30 alle 01.11.15