Continua la narrazione collettiva di Q Code Mag su Gerusalemme. Oggi è un’illustrazione di Maria Teresa De Palma, per un racconto di Paola Caridi, a raccontarci Gerusalemme con un’immagine. Mandate la ‘vostra’ Gerusalemme a gerusalemme@qcodemag.it
“I baffi di Abu Elias erano lunghi. Lunghi e neri. Così lunghi, neri e ispidi che Nura rimaneva tutte le volte a bocca aperta, senza riuscire a staccare gli occhi dal suo viso. Sembrava come se un calligrafo si fosse divertito a disegnarli, quei baffi, sul volto di Abu Elias mentre il vecchio dormiva, grasso e pesante, sul materasso steso per terra, sulla terrazza della sua casa a Gerusalemme.
Era da poco che Nura scriveva. Piccola, sì, era piccola. E aveva, quindi, da poco preso in mano gli attrezzi per scrivere. Già sapeva, però, di non avere una bella grafia. Non ci riusciva proprio ad avere la mano sicura, a girare la mano verso sinistra e a riempire la pagina del quaderno di tutti quegli archi, di quei segni tondi e fermi che fanno l’arabo bello ed elegante. Riusciva bene solo coi puntini sopra e sotto le lettere. Nura amava i punti, era precisa fino all’ossessione. E aveva invece paura delle linee.
Per questo i baffi di Abu Elias le facevano impressione. Erano come enormi lettere, stampate sulla sua faccia grande e arcigna…”
Questo è l’inizio del racconto per bambini scritto da Paola Caridi e ambientato a Gerusalemme. Le illustrazioni del racconto sono di Maria Teresa De Palma, che ha anche ‘ambientato’ le atmosfere dei brani di Cafè Jerusalem, l’ultimo album dei Radiodervish.
Il Calamaio di Nura è “lavori in corso”. Tra un po’ avrete i dettagli sulla sua pubblicazione. E anche in questo caso, com’è successo per tutto il percorso di Cafè Jerusalem, c’è un elemento che connota questa piccola avventura: la libertà.