Ho visitato Gerusalemme

Una narrazione collettiva, tanti linguaggi differenti, un’unica città
di don Antonio Mazzi

Ho visitato Gerusalemme più volte da angolazioni le più diverse e suggestive.

Ma la Gerusalemme che ho qui dentro di me è quella vista dall’orto degli ulivi, una notte intera, contemplando e ascoltando.

Dico ascoltando perché avrei voluto rielaborare un’altra notte, nella quale amicizia, tradimento, preghiera, sudore insanguinato e redenzione hanno trovato sufficienti quei pochi metri quadrati che stavo calpestando per stravolgere il nostro rapporto con Dio. Da Onnipotente a Padre.

Non ce l’ho fatta. La città con i suoi scomposti rumori, le luci, le nenie, le macchine, ha avuto più potere. Non sono riuscito ad entrare nel “mio” orto.

Gerusalemme, però, rimane la città che mi incanta e affascina spiritualmente più di Roma.

Mai perderei una notte a San Pietro o a San Paolo.

Forse solo nelle catacombe!

Chiedetemi: Perché?

Non per il tempio, non per il Muro, non per il Calvario.

Perché?

Per quel magnetismo che mi scatta ogni volta. Dico ogni volta.

Stregato da qualcosa che non è niente ed è tutto.

Sento camminare ancora, per le strade, Lui, un uomo, con pochi uomini, scalzo, attento agli altri. Nessuna organizzazione, solo sorrisi, parole e cammini.

Cristo, lui, il dio che cammina, che trovi ancora al pozzo, che parla abbracciando.

Lui abbracciava bambini, donne, malati, morti.

Abbracciava, toccava, lavava, sanava i ciechi accecandoli e i paralitici calmandoli dal tetto.

Appena arrivo a Gerusalemme me Lo sento, cammino insieme.

Poi me Lo porto a casa e faccio come Lui… cammino, abbraccio, lavo… e perdo pecore!

Gli altri vanno a Majugorje, io a Gerusalemme, meglio, per le strade di Gerusalemme.

La messa la dico nel deserto.

Li parla anche il deserto.

Difatti una volta, mentre distribuivo il pane e il vino, un somaro mi ha salutato. Era un baritono.

Isaia (26) aveva ragione:

“Abbiamo una città forte,

muri e bastioni Egli ha posto a salvezza.

Aprite le porte, entri una nazione giusta,

che si mantiene fedele.

Confidate nel Signore sempre,

perché il Signore è una roccia eterna,

perché Egli ha abbattuto coloro che abitavano in alto,

ha rovesciato la città eccelsa,

l’ha rovesciata fino a terra,l’ha rasa al suolo.

I piedi la calpestano, sono i piedi degli oppressi,

i passi dei poveri…”

già allora c’erano le Porte Sante, che poi finirono rase al suolo.