#instagram @qcodemag. Seconda settimana e secondo autore per il take over di Q Code Mag.
Un immenso GRAZIE a Francesco Nencini @eyenencio che ha avuto l’onore ma soprattutto l’onere di inaugurare l’account Instagram di Q Code Magazine con il primo cliQtakeover terminato ieri sera. Grande successo per la sua Grey Town e grande riconoscenza da parte nostra.
di Leonardo Brogioni
Da oggi domenica 17 fino a sabato prossimo 23 aprile sarà Giuseppe Pons @ipons – street photographer, ma non solo – a gestire il l’account Instagram @qcodemag
Giuseppe: chi sei e come sei arrivato alla fotografia?
Fotografare mi rilassa, mi fa sentire bene … e mi dà grande energia.
Fotografare mi rende felice, mi permette di osservare il mondo intorno a me in una dimensione diversa e di proporre il mio punto di vista personale, senza barriere o compromessi.
Fotografare mi rende libero.
Una delle cose più belle è quella di entrare in contatto con l’altro, incontrare il suo sguardo e scattare. In quel momento nasce un rapporto così intenso come breve e ciò accade soprattutto nella fotografia di strada. Amo la “street photography”.
Faccio parte del collettivo ISP (www.italianstreetphotography.com) dedito alla fotografia di strada scattata solo in Italia.
Sono attratto dai “non luoghi”, la loro assenza e la loro ripetizione infinita. È per questo che ho realizzato ed esposto i miei lavori su metropolitane, aeroporti e sui supermercati delle GDO (Grande Distribuzione Organizzata)
Sono un fotografo membro di WPJA (Wedding Photojournalist Association – www.wpja.com) l’agenzia americana per il fotogiornalismo matrimoniali concentrandomi soprattutto nei servizi a Milano e Laghi del Nord Italia. I miei reportage matrimoniali sono visibili su www.marriagephoto.it
L’approccio che ho l’evento matrimonio è come un narratore di storia originale.
Nel corso degli anni il mio lavoro fotografico è stato segnalato e recensito su diversi giornali e riviste fotografiche. Tra le più importanti faccio cenno al “Corriere della Sera” nel gennaio 2003 per la mostra personale “One” rispetto alle miei manipolazioni su pellicola Polaroid. Nel settembre 2012 alcune delle mie immagini sono state pubblicate sulla rivista del matrimonio “in Nozze” di Condé Nast e ricordo il servizio per IIR Istituto Italiano del Rame in collaborazione con Leica Italia Srl per l’articolo «materiali del quotidiano”, pubblicato nel numero Dec13 / Jan14 sulla rivista nazionale del design “Ottagono”, scritto sia in lingua italiana e inglese. Nel 2015 ho vinto la menzione d’onore per lo Still Life nel concorso internazionale Exposure Award con la Serie “GDO – Grande Distribuzione Organizzata che è stato presentato il 13 Luglio 2015 presso il Museo del Louvre di Parigi. E’ proprio recente la notizia che una mia immagine della stessa serie GDO è risultata tra le vincitrici del Tema 1 (A World of Culture) al concorso LIFE FRAMER (Selezionatore il fotografo di valore internazionale Ed Kashi)
Ho 44 anni, vivo grazie all’amore e alla grazia di mia moglie Giovanna, alla sincerità dei miei amici, alla fiducia della mia famiglia e da quando avevo 20 grazie all’energia della fotografia. Lo strumento tecnico non mi interessa molto, scatto anche senza macchina fotografica, solo con l’occhio, il cervello, lo stomaco e l’anima.
Sul mio sito/blog www.lifephoto.it ci sono le mie immagini non commerciali . Per il wedding e i servizi matrimoniali che propongo visitate il mio sito www.marriagephoto.it
Per acquistare stampe fotografiche delle mie immagini cliccate su www.polaroids.it
Cosa ti piace di Instagram e perchè lo utilizzi spesso e volentieri?
Di Instagram mi piace l’immediatezza della piattaforma. La possibilità di pubblicare immagini scattate, rielaborate facilmente e poi condivise all’istante. La presenza degli #hashtag che permette con rapidità di trovare immagini interessanti sugli argomenti che più preferisco. Credo che a differenza di altri servizi Instagram sia veramente IL SOCIAL DELLA FOTOGRAFIA sulle piattaforme portatili. Instagram lo utilizzo spesso, un po’ come taccuino di appunti, un po’ come vetrina per i miei lavori. Serve a tutto. Una cosa che non mi piace di Instagram è la possibilità di acquistare i like… ma questo non è un problema dell’applicazione , ma solo dell’uomo e dell’uso che fa delle cose buone. Come per un coltello, io lo uso per tagliare il prosciutto, altri lo usano in maniera meno legale. A proposito, i miei like sono veri al 100%.
Cosa vedremo in questa settimana di take over?
Abito a Milano e ritengo la mia città la meno Italiana di tutte, la più internazionale della penisola. E’ la città e lo sfondo che meglio si associa all’idea più classica di street photography. La Street nasce in America e negli ambienti anglosassoni (tutti hanno in mente le immagini in BN di Winogrand o i colori accesi di Meyerowitz che poco hanno a che fare con l’estetica neoclassica e barocca di molte delle nostre città. Fare street a Roma è sicuramente diverso e, a mio avviso, meno gratificante da un punto di vista puramente estetico. Roma è il massimo se devo fare un racconto neoclassico od un reportage sulla cultura Italiana, ma se cerco immagini singole dirette di street e facilmente riconoscibili, l’austerità e la modernità di Milano sono il top. Però noi siamo italiani, anche a Milano … e per noi, molto di più che nei paesi anglosassoni, i rapporti umani, le interrelazioni, il contatto sociale hanno un valore importante. In questa settimana di take over percorrerò le strade del centro della città e cercherò questi segni relazionali spontanei che danno il senso della vita. Ho intitolato il Take Over: “Qualche connessione di vita”. E’ la mia maniera di dare vita ad una Via Italiana nella Street Photography come si prefigge il collettivo fotografico ISP (Italian Street Photography) di cui faccio parte che si occupa di Street Photography scattata solo in Italia.